Come mi piace sottolineare piuttosto spesso, non si vive di solo metal. Tale lezione va imparata per poter acquisire un ventaglio di influenze il più ampio possibile, soprattutto da parte delle band che si affacciano ogni mese sulle scene. Infatti in un mercato così inflazionato come quello attuale, l’unica soluzione per emergere è differenziarsi dalla massa.
Questo piccolo preambolo per introdurre una band che di metal non ha nulla e che vive su coordinate sonore proprie di un hard rock/grunge di matrice Soundgarden/Pearl Jam senza muovere passi in avanti rispetto alla direzione intrapresa dai maestri del genere. Il prodotto scaturito da tutto questo è un Ep, The Memories, caratterizzato da una prestazione piuttosto buona dei musicisti coinvolti, eccezion fatta per il vocalist Peter Wilson, il quale non riesce a reggere il tiro scaturito dagli strumenti soprattutto nelle sezioni dov’è richiesto un registro più acuto.
La conseguenza è un insieme di cinque brani ben costruiti e d’impatto, ma che non convincono appieno a causa di una mutilazione vocale evidente in frangenti in cui dovrebbe essere la potenza a farla da padrone. Loro malgrado, quindi, i Four Trips Ahead ce la mettono tutta per dare alle stampe un lavoro degno di tale nome, ma per adesso, nonostante gli sforzi profusi, il risultato non è ancora all’altezza. L’invito è comunque quello di proseguire su questa strada, cercando di insistere sui frangenti medio/bassi della voce di Peter, il quale promette anche di essere un discreto animale da palcoscenico.