Attivo ormai da anni all’interno della scena metal e non, Frank Caruso pubblica proprio in questi giorni “Kaleidoscope” sua prima fatica solista. Ecco quindi quello che ci siamo detti in questa breve ma succulente intervista. Buona lettura e ancora grazie a Frank per la sua disponibilità e gentilezza.

Ciao Frank, un caloroso benvenuto sul nostro portale!! Come stai e che cosa stai facendo in questi giorni?
Ciao! E’ un piacere essere di nuovo qui con voi in quello che ritengo uno dei migliori portali italiani del settore, fuori da certe logiche di mercato. Sto lavorando su due nuovi progetti contemporaneamente: una nuova produzione per il gruppo Mediaset (spot pubblicitari e sigle televisive) ed una nuova idea che mi vede protagonista in una produzione con tanto di voce femminile, orchestra e altro… Non posso dire di più, ma sta diventando una cosa importante, oltre ad aver appena ultimato le prove per il live ARACHNES e ad organizzare le idee per il futuro ovviamente!

Forse non tutti ti conoscono ancora quindi volevo chiederti se ti andava di presentare ai nostri lettori Frank Caruso come artista e come uomo…
Bene: inizio la mia attività discografica nel 1981, a tredici anni, con il mio primo disco per una band di rock italiano. Poi gli studi classici (musica sacra e canto gregoriano), ed i primi lavori in vari studi di registrazione come session man. Nel 1986 fondo i FIREHOUSE, una band di rock americano con cui pubblicherò due album. Nel 1992 inizio a lavorare con il gruppo Mediaset per la realizzazione di spot pubblicitari e sigle televisive, nel 1994 apro il mio studio di registrazione e nel 1997 fondo gli ARACHNES con cui abbiamo pubblicato finora 6 album…. La storia continua…….
Come uomo….. beh l’unica è conoscersi di persona al prossimo concerto!

Iniziamo subito a parlare di “Kaleidoscope”: mi puoi spiegare quanto tempo hai impiegato a comporlo e come mai hai deciso di dargli un titolo così particolare ma soprattutto così azzeccato?
Grazie! In realtà è un lavoro che si è alimentato negli ultimi due anni, parallelamente al lavoro per ARACHNES, non riuscirei a stabilire un tempo preciso in cui mi sia dedicato solo a questo progetto. Sicuramente gli ultimi due mesi li ho dedicati a sistemare il tutto. Il titolo mi è venuto in mente riascoltando più volte tutto il lavoro, e rendendomi conto di quante diverse sfumature stilistiche ci fossero, ed immaginando il musicista come un pittore, ho pensato ai vari generi musicali come un insieme di “colori”, a formare proprio un caleidoscopio, e mi piaceva quest’idea!

Ormai hai pubblicato un buon numero di album con gli Arachnes e sei attivo come chitarrista da tantissimi anni: come mai dunque solo ora raggiungi il traguardo del tuo primo disco solista? Ce ne saranno altri in futuro?
Certamente! Non so se ritenere il mio primo disco solista come un traguardo o una linea di partenza…… la mia voglia di fare e di imparare continuamente mi fa protendere per la seconda ipotesi!
Sicuramente a spingermi in questa direzione è stata in ogni modo una certa maturità artistica e una padronanza dello strumento che anni fa probabilmente non avevo, poi il fatto di poter lavorare nel mio studio di registrazione è una gran cosa!

Che cosa ti ha spinto a comporre “Kaleidoscope”? Molto spesso una delle tante risposte classiche a questa domanda è che un musicista pubblica un album solista perché con la sua band madre non può fare tutto quello che vuole…il tuo motivo invece qual è?
No, direi di no, anche perché con ARACHNES abbiamo fatto sempre quello cha abbiamo voluto, a costo di cambiare varie case discografiche, e forse è giunto di nuovo il momento vista una certa staticità da parte della produzione…Non mi spaventa, non è né la prima volta e non sarà l’ultima, i Dream Theater insegnano che cambiare Label ogni tanto fa bene alla musica!
Sicuramente mi sono sentito più libero come chitarrista semplicemente nel non avere la linea vocale e dare quindi alla guitar, il ruolo di primadonna assoluta, senza venir meno al bello della musica, quindi alla sua struttura imprescindibile.

Molti tuoi colleghi preferisco molto spesso fare un mero sfoggio della loro tecnica e della loro bravura mentre tu invece, almeno questo mi hai trasmesso con l’ascolto del tuo disco, cerchi di comunicare dei sentimenti e delle sensazioni attraverso ogni tuo brano. Come nasce quindi una tua canzone e che cosa credi debba trasmettere un musicista attraverso i propri brani?
Grazie, dici bene! Come dicevo prima, il dare alla guitar il ruolo principale, non significa maltrattare la musica! Ho troppo rispetto per la musica come forma d’arte e anche come disciplina di insegnamento, per piegarla a semplici esigenze personali. Ogni brano quindi doveva rispettare la sua struttura armonica e melodica e la bravura dell’artista stà proprio nel cercare di dare il meglio di sè rispettando questi limiti semantici! Troppo facile altrimenti mettere in fila un milione di note senza senso!!!!
Per non parlare poi dell’importanza della ricerca del “colore” del suono, dove intendo un mix di gusto nella ricerca dei timbri ma anche di “tocco” sullo strumento che deve cambiare da brano a brano a seconda della atmosfera. Solo così sarà possibile tradurre le proprie emozioni e poterle comunicare in questa bellissima forma espressiva che è la musica!

Ricollegandomi alla domanda di prima, vorrei conoscere il tuo pensiero riguardo ad artisti che fanno della velocità, della tecnica e dell’esibizionismo il loro punto di forza…credi che potresti mai imitarli?
Credo che la cosa mi annoierebbe a morte, non penso di dover dimostrare quanto sia veloce, qua e là in Kaleidoscope ci sono dei passaggi tecnicamente davvero impegnativi, ma questo non è mai in contrasto con il piacere di ascoltare la buona musica. Ritengo più importante lavorare sulla “completezza” dell’artista, che oltre alla tecnica deve avere gusto e personalità e ritengo che questa produzione, in tal senso, sia ben riuscita, le risposte di pubblico e critica soprattutto, sono entusiasmanti. Sinceramente non mi aspettavo tanto interesse per un prodotto che credevo destinato solo ai pazzi chitarristi come me!

Ascoltando “Kaleidoscope” ci si rende conto che trai ispirazione molto spesso da Blackmore e Satriani…mi puoi quindi dire quali sono gli artisti che ti hanno maggiormente influenzato e perché?
Hai centrato! Sicuramente Blackmore per il suo gusto neo-classico della sua seconda parte discografica e Satriani per aver saputo dare alla chitarra un nuovo ruolo nella musica. Ma anche Van Halen, non disdegno, infatti, l’uso di Tapping, e anche Brian May per il suo tocco. E poi certamente Malmsteen, ma forse più Vinnie Moore…. Potrei continuare per molto!

Come mai hai deciso di rendere omaggio ai Rainbow con “Kill the king”?
Ritengo “Long Live Rock’n’roll” dei Rainbow il miglior album della storia del Metal! E “Kill the king”, proprio estrapolato da quell’album, è la sintesi perfetta di quel genere a metà tra Hard Rock ed Heavy Metal che a mio avviso ha posto le basi per il futuro power metal, direi una pietra miliare nel rock!
Quindi un gran divertimento, soprattutto registrarlo con la mia nuova Fender Stratocaster modello R. Blackmore con tastiera interamente scallopped!!!!

Mi potresti dire il motivo che ti ha portato a introdurre tre brani degli Arachnes sul tuo disco strumentale? Vorrai mica dirmi che quei brani erano nati per essere totalmente strumentali e questa ne è la versione “originale”?
BRAVISSIMO! Mi verrebbe da chiederti come c…o hai fatto a capirlo!!!
E’ proprio così, quindi ho voluto riproporre gli stessi brani rivisti diciamo da un’altra angolazione, con un altro punto di vista che in alcuni casi li rende (a mio avviso) ancora più interessanti!

Una domanda puramente tecnica adesso: puoi dirci che tipo di attrezzatura e che tipo di chitarre utilizzi? Quali sono inoltre le tue tecniche preferite e se hai dei consigli da dare a tutti i ragazzi che si vogliono avvicinare al mondo della chitarra…
Certamente! Utilizzo varie guitar: Una Fender Stratocaster del 1971, una R. Blackmore Limited Ed con pick up Seymour Duncan, una Yamaha con 3 pick up Di Marzio e ponte floyd rose ed una autocostruita con pick up Frank Gambale ed una elettronica particolarmente “spinta”. Vari sistemi di preamplificazione (Mesa Boogie/Hughes & Kettner) e gli inseparabili Marshall doppia cassa. A livello digitale utilizzo varie cose a seconda dei brani, quindi POD piuttosto che Beheringer e DSP lexicon.
Tecniche da consigliare direi TUTTE! Non mi è mai piaciuto fossilizzarmi sull’uso di una tecnica in particolare; molti colleghi una volta scoperto il sweep ne hanno abusato, a me piace alternarlo anche al tapping e possibilmente integrarlo, ma è solo un esempio….
Il consiglio che posso dare è di continuare ad avere voglia di imparare, non sentirsi mai “arrivati”, quello è il momento in cui si è irrimediabilmente fermi!
Inoltre, un fatto importante, quando si compone è d’obbligo “chitarra/ampli” e basta! Tutta l’attrezzatura che ho elencato prima, serve ad una buona registrazione, ma mai dovremmo farci tentare dalla tecnologia in fase di composizione, la musica nasce dal cuore e dalla mente, non dai circuiti!

Suonerai in giro come solista magari svolgendo delle clinics in Italia?
E’ una proposta che mi è arrivata in questi giorni, e l’idea mi piace, valuteremo la fattibilità, quindi non escludo.

Che cosa riserva il futuro per Frank Caruso?
Di tutto spero, sicuramente nuove produzioni anche diverse da ARACHNES, e poi un seguito a questo lavoro solista.

Mi puoi dare qualche anticipazione sul nuovo disco degli Arachnes o comunque sulle vostre future mosse?
A cavallo tra il 2007 e il 2008 cade il decennale degli ARACHNES e non mi dispiacerebbe festeggiarlo con un mini-tour e magari un “The best of” a cui sto già pensando. Potrebbe essere il momento giusto, anche per prendere fiato dopo tre produzioni molto ravvicinate e per allontanare il rischio di ripetersi.
Inoltre non mi dispiacerebbe ampliare il nostro mercato, all’estero siamo molto conosciuti ma avremmo bisogno di una label molto forte per imporci su mercati come la Germania o l’Est Europa; siamo riusciti in Giappone, ma sono certo che si può fare di più, e se per farlo bisogna cambiare squadra, allora è il momento
Inoltre abbiamo appena terminato la preparazione dello spettacolo live, spero di riuscire a portarlo in giro, in Italia la situazione live è abbastanza penosa, ma faremo del nostro meglio!

Bene, siamo alla fine. Ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato, ti auguro che Kalediscope abbia tutto il successo che si merita e se vuoi dire qualcosa a tuo piacimento questo è il momento giusto!
Grazie a voi, apprezzo il vostro lavoro! Invito chi ha voglia e tempo di visitare tutti i nostri spazi web dove trovate anche vari brani da downloadare gratuitamente, e addirittura degli inediti disponibili solo sul web, questo è quello che mi piace fare per i nostri fan!
www.arachnes.it/kaleidoscope.htm
www.myspace.com/arachnes
www.myspace.com/frankcaruso

E ricordate, LONG LIVE ROCK’N’ROLL!!!!!
FRANK

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