I Frequency si formano nel 2002 per volere di Linus Wikstrom (chitarra), Daniel Hannedahl (batteria) e Tobias Birgersson (chitarra), tutti musicisti provenienti dalla death metal band Lothlorien e dalla power metal band Melodrama. Un anno dopo la formazione è completata con l’ingresso in pianta stabile del cantante Gleen Laurèn e in seguito del bassista Mats Halldin. Nonostante si possa pensare che la proposta musicale dei Frequency sia un death melodico sullo stile di In Flames e altrie band del genere in realtà i cinque svedesi ci regalano quaranta minuti di power metal davvero ben suonato ed ispirato sulla scia di gruppi come Stratovarius, Helloween e Masterplan.
“When dream and fate collide”, questo il titolo dell’album di debutto dei Frequency, è un sincero disco power impreziosito da una piccolissima spruzzatina di prog che non guasta mai. Le canzoni presenti all’interno del cd sono molto semplici e dirette e colpiscono immediatamente nel segno grazie ad un susseguirsi continuo di taglienti riff di chitarra alternati a linee melodiche di gustosa fattura che ben si sposano con il cantato di Laurèn che si dimostra un singer davvero valido e dotato di una voce piuttosto interessante ed efficace. I brani si susseguono velocemente, con ritornelli molto orecchiabili che rimangono subito in testa. Sin dall’ opener “Oblivion” i nostri mettono in mostra le proprie qualità artistiche e tecniche componendo un brano davvero buono e caratterizzato da un ritornello molto interessante e catchy e in men che non si dica si prosegue con la successiva “Pitch Black” altro brano che segue nel bene o nel male quelli che sono i canoni del power metal con un susseguirsi continuo di ritmiche cadenzate a parti più veloci dove la doppia cassa regna suprema. “Time” è il classico brano neoclassico ed effettivamente sembra di trovarsi all’interno di un dei tanti dischi del buon Yngwie Malmsteen, mentre con la successiva title track ci scoviamo dinnanzi ad una canzone dannatamente lenta e cadenzata ma impreziosita da uno dei più bei ritornelli di tutto l’album e che vede tra l’altro un ottimo solo centrale degno d’attenzione. Il disco scorre via senza troppi problemi e dopo questa piccola pausa si riparte di nuovo velocissimi con la successiva “Facing destiny” seguita a ruota da un altro brano in pieno stile Stratovarius, “Fire and steel”. L’album termina con due autentiche mazzate sonore come “The wicked is born” e “Dimension for the week” brani che non accennano minimamente a rallentare la propria andatura e che chiudono in maniera esplosiva un album sincero, onesto e genuino.
Che dire dunque? A me i Frequency nonostante la proposta musicale già sentita più e più volte sono piaciuti moltissimo, grazie ad un mix sonoro che in ogni caso non scade nel banale come molte power metal band che oggigiorno muovono i propri passi all’interno del mercato della musica. Provate ad ascoltare “When dream and fate collide” sicuramente vi piacerà.