“Una delle band storiche della scena AOR tedesca ritorna con l’attesissimo nuovo album” …già, peccato solo che l’AOR dei Frontline, quando non quasi completamente assente, sia ormai fin troppo soffocato da un sound decisamente pompato e a tratti solo muscolare che poco giova alle soluzioni melodiche di cui la band è sicuramente capace.
Il gruppo di Norimberga con questo “Circles” non si discosta quindi poi molto da quanto proposto col precedente “The Seventh Sign” portando avanti quel processo che attraverso gli ultimi dischi li ha trasportati lentamente dall’AOR dei soliti grossi nomi d’oltreoceano (Journey, tanto per dirne uno) a strizzare con convinzione l’occhio al tipico hard rock melodico solido e “maschio” che i loro conterranei sono soliti proporci. Niente di male in tutto ciò ovviamente, gusti personali a parte, se non fosse che questa volta il songwriting di Kämmerer, Boebel e soci non sembra brillare particolarmente ed i brani che compongono questa nuova fatica, sebbene singolarmente sempre gradevoli e orecchiabili, finiscono per scivolare via senza provocare particolari sussulti o lasciare tracce significative del loro passaggio, penalizzati da una produzione eccessivamente compatta e rimbombante che li rende così piatti, simili tra loro e quasi opprimenti che dopo i quarantasette minuti scarsi trascorsi ascoltando il disco non mi sorprenderei se l’ascoltatore avesse subito voglia di ascoltare qualcosa di più arioso, fresco e cristallino.
Non una bocciatura netta insomma ma certamente un passo falso, un album che mi sento di consigliare soltanto ai fan del gruppo.