In occasione del recente show “The Pagan Trinity”, ho avuto modo di parlare con Pagan (voce) e Oldhan (chitarra) dei Furor Gallico che ci svelano i passi futuri della band, in procinto di pubblicare l’attesissimo nuovo album!
Facciamo il punto della situazione. In questo tour avete già presentato nuovi brani, a che punto è l’album? C’è già una possibile data di uscita?
PAGAN: Il disco è praticamente finito, stiamo aspettando di terminare gli ultimi ritocchi a livello non tanto di registrazione quanto di post-produzione (mix, mastering ecc…). Siamo rimasti in ballo un po’ di tempo perché l’abbiamo registrato per i fatti nostri ma successivamente abbiamo iniziato a lavorare con Bagana, con la quale abbiamo firmato a gennaio, e quindi abbiamo iniziato a provare con loro per tutto il lavoro successivo alla registrazione. Stiamo aspettando…una volta che avremo il prodotto finito potremo pubblicarlo. Siamo in dirittura d’arrivo! Poi vedremo con Bagana come e quando uscire.
Per il primo album avevate ottenuto un deal con la Massacre, anche il nuovo disco uscirà per loro?
PAGAN: In realtà no, anche se non c’è nulla di ufficiale. Con Massacre avevamo un accordo per il primo disco. Abbiamo interrotto con loro i rapporti unicamente perché l’accordo era per la distribuzione di quel disco.
OLDHAN: C’erano possibilità per collaborazioni future ma adesso stiamo con Bagana e stiamo valutando altre cose. Appena avremo il lavoro pronto, vedremo un attimo come comportarci, anche per un’etichetta eventualmente estera.
PAGAN: Si può dire che partiremo da zero…quasi.
Ascoltando i nuovi brani presentati dal vivo sembrerebbe che il sound del nuovo disco sia un proseguo di quello del vostro esordio. È così? Potete darci qualche anticipazione sullo stile dell’album?
PAGAN: Hai detto una cosa sacrosanta, nel senso che chi ha ascoltato il primo disco, con questo nuovo ci riconoscerà. E lo abbiamo riscontrato anche dal vivo presentando questi tre brani nuovi. Abbiamo visto che il pubblico, anche se ovviamente non li può conoscere, ci riconosce come band. È la sensazione di feeback che abbiamo avuto. Come dicevi tu, è un discorso che abbiamo intrapreso e stiamo portando avanti, e aggiungerei che abbiamo sviluppato. Anche perché è cambiata la line-up e per forza di cose ti cambia il modo di suonare. E possiamo aggiungere che abbiamo quasi osato, in alcuni punti.
OLDHAN: Sicuramente c’è una naturale evoluzione dei brani del primo album. Ci sono poi delle cose particolari su alcuni brani, però è avvenuto tutto naturalmente, non c’è stato nulla di studiato a tavolino. È una cosa che viene dal background di tutti, come è già successo per il primo album, forse in forma minore. Questo suona molto più compatto, ci sono degli arrangiamenti più studiati e quindi vedremo…sentirete!
PAGAN: Hai detto giusto: la naturale evoluzione di quello che c’è stato. Penso che siano i termini più azzeccati.
Avete presentato tempo fa il brano Nebbie Della Mia Terra e ora questi cantati in inglese. Continuerete quindi ad usare la doppia lingua per i vostri brani?
PAGAN: La cosa c’è sempre piaciuta e quello che facciamo, lo facciamo perché ci piace. Il fatto di presentare brani sia in Italiano che in Inglese è una cosa spontanea: sentire una base e dire ‘Ok, questa è ovvio che deve essere in Italiano, perché suona in questa maniera’. E viceversa per l’inglese, perché magari ho in mente di parlare di un certo argomento. E un qualcosa che ci viene naturale, quello di affrontare la scrittura dei brani sia in Italiano che in Inglese, dipende molto da cosa dobbiam dire.
OLDHAN: Come per la scrittura della musica, la scrittura dei testi è una cosa molto naturale. Sul disco nuovo ci saranno sia canzoni in Italiano, sia canzoni in Inglese, e parti sicuramente in dialetto. Tutto avviene in base al brano, in base alla melodia.
Per il primo disco se non sbaglio non avete realizzato nessun videoclip. Lo farete per il nuovo album oppure non credete in questo tipo di promozione?
PAGAN: Ti abbiamo già anticipato un po’ di cose, nel senso che con questo disco abbiamo iniziato a lavorare con Bagana: se lavori da solo ti dai delle priorità, se lavori con qualcuno che ti segue le priorità cambiano. E lo stesso vale per il discorso sul video-clip. Oggi non ci abbiamo ancora pensato…oggi. Domani valuteremo…
OLDHAN: Sappiamo che è una cosa molto positiva per la promozione, soprattutto all’estero ti dà una visibilità molto maggiore, un impatto maggiore tramite internet. È una cosa che abbiamo già preso in considerazione…prima magari avevamo altre priorità, ora con Bagana probabilmente avremo modo di realizzare un video…vedremo!
PAGAN: il video-clip è uno spot pubblicitario alla fine ma ti permette anche ti rappresentare con immagini quello che stai raccontando con le note e con un testo. Quindi è molto importante.
Una cosa su cui puntare eventualmente?
PAGAN: No…questo è un pensiero mio personale…secondo me come band lo condividiamo ma non lo so perché non ne abbiamo ancora parlato. La musica è uno dei mezzi di comunicazione più belli che esistano, in quanto forma d’arte. E una forma d’arte riesce a trasmetterti tantissimo, come emozioni, significati, sensazioni… La forza della musica è quella di trasmetterti tutto questo da sola. Ti cito il tastierista de Il Banco Del Mutuo Soccorso, Vittorio Nocenzi, che ha detto una cosa fondamentale: la musica da sola, senza luci, senza fumo, dal vivo è in grado di trasmettere al pubblico determinate cose. E in un certo senso è un discorso che può essere riferito anche al video-clip: abbiamo un brano che parla di una leggenda e quindi visivamente la cosa può essere utile per capire meglio il pezzo. Ma la forza della musica è appunto quella di riuscire a trasmettere il tutto senza immagini. Quindi l’immagine è importante? Sì, ma tutto dipende da quello che riesci a comunicare con le sette note che hai a disposizione.
Potreste fare anche qualche chiarimento sui recenti assestamenti della line-up?
PAGAN: Siamo sempre in otto! Per quello che riguarda il violino, adesso Laura suona con i The Clan (e sta andando molto bene e la cosa mi fa piacere) quindi ora abbiamo Riccardo Brumat. Per la batteria, Simone se n’è andato da un annetto e ora abbiamo Mirko; per la chitarra, Stefano si è trasferito a Londra e abbiamo Mattia Pavanello, che suona anche negli Heavenfall così come pure Mirko. Quindi la line-up è questa, gli altri siam sempre noi!
È difficile gestire una band che non prevede i soliti 4/5 elementi?
PAGAN: All’inizio magari ci sono difficoltà, nel senso che all’inizio suoni assieme ma non ti conosci ancora bene. Da qualsiasi punto di vista: musicale, organizzativo…non so cosa può piacere a te e non so cosa proporti da suonare…potrebbe essere una difficoltà. Ma ormai siamo in giro da tanto tempo e ci conosciamo bene. Faccio un esempio stupido, siamo qua io e lui…gli dico: ‘Guarda ho scritto una roba che ti piace’ e lui la sente e gli piace. E questo perché ci conosciamo; dopo un po’ di tempo la difficoltà della gestione viene a mancare. Per quello che riguarda lo stare sul palco, è semplice. Paradossalmente è semplice. Ognuno ha il suo spazio fisico, quindi la difficoltà non c’è. Sei già lì.
OLDHAN: In generale è difficile mettere assieme otto teste, ma siamo stati fortunati. Alla fine abbiamo avuto dei cambi di line-up ma più per degli avvenimenti, perché ci sono stati altri impegni. Alla fine ci siamo sempre lasciati positivamente con tutte le persone coi cui abbiamo suonano. Non è facile mettere assieme otto persone che vengono magari da un background differente e riuscire a trovare punti in comune…non è sempre facile… Ci siamo riusciti comunque, nel corso del tempo. Di base è una passione, e lo faccio perché mi piace, non me ne frega nulla di vendere 8.000 dischi, mi piace suonare con loro. Alla fine è quello che conta.
PAGAN: condivido tutte le sue parole.
Cosa mi puoi dire del concerto di stasera? Tre ottime band con stili diversi ma in qualche modo accomunate da certe tematiche. Esiste una sorta di fratellanza tra gruppi?
PAGAN: Il discorso sulla fratellanza è sacrosanto, nel senso che, al di là del genere, se sei underground a prescindere c’è fratellanza, perché stai vivendo comunque la stessa atmosfera… In particolar modo noi, gli Stormlord e gli Elvenking abbiamo alcune cose in comune…non a caso la serata è stata definita “The Pagan Trinity”. In realtà se poi ci ascolti approfonditamente ci sono molte cose che ci differenziano…
OLDHAN: Tutti e tre facciamo generi differenti, ci uniscono alcune tematiche, ma per me suonare con gli Stormlord rimane un onore perché è uno dei gruppi italiani che seguo da millenni e infatti nella precedente data mi son fatto autografare tutti i CD! E lo stesso con gli Elvenking, mi ricordo che quando ho comprato il loro primo disco non c’era nessuno in Italia che suonava a quel modo! Poi hanno avuto un altro tipo di evoluzione ma sono un gran gruppo italiano di cui tutti dovrebbero essere fieri. All’estero suonano ovunque, di recente sono stati in tour coi Gamma Ray…è quindi un onore suonare con queste due band. Speriamo di riproporre questo spettacolo, magari anche all’estero, sarebbe una figata!
La vosta attività live è sempre stata molto intensa, avete suonato anche in grossi festival, che cosa puoi dirmi di quelle esperienze? C’è stato qualche show che ricordi con maggior piacere?
PAGAN: È la risposta che do sempre a questa domanda! Con gli Eluveitie nel 2010. Ci chiamò Chrigel degli Eluveitie ‘Cosa fate sabato?’, ‘Niente’, ‘Venite ad aprirci un concerto!’. In Svizzera. Abbiamo fatto questo concerto con loro, ed era il primo concerto grosso che abbiam fatto. Eravamo di spalla agli Eluveitie che sono comunque il gruppo di riferimento del genere, sei chiamato da loro in persona, hai davanti 1.200 persone (per loro), che però su Medhelan erano tutti lì che applaudivano…non c’è nulla di più bello che possa esistere!
OLDHAN: È stato assurdo! Essere chiamati all’estero dal cantante di un gruppo così importante! Ovviamente abbiamo detto subito sì, siamo andati diretti! È stata una figata, il locale era molto grosso, abbiamo fatto un soundcheck della madonna con un’accoglienza pazzesca da tutto lo staff della band. Alla fine le persone che erano lì per vedere il concerto l’hanno saputo praticamente un giorno prima che saremmo venuti anche noi e molti non ci conoscevano affatto. Salire sul palco con mille persone che esultavano…è stata veramente una figata pazzesca!
PAGAN: Poi c’era Chrigel che ci guardava (ovviamente non per tutto il concerto) e dopo e venuto a farci i complimenti, la gente ci ha comprato un botto di dischi, ci han fatto i complimenti ecc… Gli Eluveitie di una disponibilità infinita, sembrava di essere tutti fratelli, non sto esagerando! Veramente fantastico! Son quelle cose che te le porti dentro finché campi.
Vi ringrazio per l’intervista, chiudete pure come preferite.
OLDHAN: Grazie a tutti i ragazzi che continuano a seguirci anche se il disco è ormai uscito da un secolo…! Aspettateci perché tra poco usciremo e speriamo che i nuovi brani e il nuovo album vi piacciano.