Ritornano sulle scene i tedeschi Galloglass con il loro secondo album a titolo “Heavenseeker” e il loro power-folk. Sostanzialmente ci troviamo davanti ad un album di sano power speed metal incisivo e senza fronzoli, con degli interventi di violino sufficientemente efficaci, ma che non elevano la musica dei Galloglass rispetto alla grande quantità di musica simile. E’ troppo poco un po’ di violino quà e là per rendere originale la loro musica, mentre ciò di cui sono certo è che comunque il gruppo teutonico riesce nell’intento di farsi ascoltare, nonostante passaggi e melodie quanto mai scontate.
Non bisogna essere necessariamente originali per piacere, basta che la musica sia scritta e suonata col cuore e non per mero ritorno economico, che, chiariamo, ci vuole comunque altrimenti non si riesce a realizzarla.
Le dieci tracce, prodotte in modo assolutamente impeccabile, sono grintose ed energiche quanto basta a far smuovere la testolina su e giù. Il cantato di Frank è troppo monocorde, non particolarmente espressivo, la doppia cassa va che è una meraviglia e la coppia d’asce Geiseler/Mühlenbruch macina affilati riff dall’inizio alla fine dell’album che scorre via estremamente veloce, nonostante la sua durata.
Questa è sicuramente una pecca, perchè spesso non ci si accorge nemmeno del cambio di canzone; insomma un album di facile, anzi facilissima, troppo facile assimilazione tanto da non lasciare grossi ricordi di se, lo si ascolta volentieri, anche con interesse, ma passa via troppo facilmente.
Il valore dei musicisti coinvolti non è in discussione, e a poco valgono le partecipazioni di Jeff Waters e Curran Murphy per far circolare maggiormente il nome Galloglass.
Più dinamismo e una maggiore attenzione non guasterebbe per un valido gruppo che potrebbe fare di più, come nelle belle power-thrash “Beyond The Mirror” e nella emozionante “Kings Who Die”.