Correva l’anno 1991 e dopo un primo disco acclamato dal pubblico metallaro e seguace del geniale folletto, Kai Hansen decise che Gamma Ray sarebbe stato definitivamente il suo nuovo e personale gruppo in cui lui era il capo indiscusso. Scelta che in seguito si rivelerà non solo azzeccata ma che porterà il nome di Kai Hansen nell’olimpo del metal eleggendolo a rappresentante e creatore leggittimo del power metal.
Il nuovo album vede dei piccoli cambiamenti nella formazione, fenomeno questo che si ripeterà numerose volte negli anni successivi fino a una formazione stabile e coesa a partire dal 1997 con l’uscita di Somewhere Out In Space.
I dieci brani, per poco più di tre quarti d’ora di musica, riflettono palesemente lo stato d’animo di Hansen in quel periodo molto giù d’umore per la nuova (ennesima) guerra che martoria la nostra amata terra, la Guerra Del Golfo. Titolo esplicativo è (We Won’t) Stop The War in cui si ripete più volte in tono deciso “vogliamo fermare la guerra”. Tutto l’album suona quindi molto riflettuto e poco gioioso nonostante non si perda in incisività e grinta e velocità. Per quanto Sigh No More sia stato un album piuttosto snobbato all’epoca contiene alcuni tra i più bei pezzi che il folletto abbia a mio avviso mai scritto, tra i quali la veloce “Start Running”, la già citata pacifista (We Won’t) Stop The War, la grintosa e polemica “Rich & Famous”.
Tutto l’album si mantiene su altisimi livelli grazie anche a una possente sezione ritmica sostenuta dall’ex Holy Moses e dal buon Uwe Wessel, ma soprattutto dal possente cantato dell’ex Tyran Pace Ralf Scheepers, che resterà in formazione ancora per un altro album per poi tentare di entrare a far parte degli storici Judas Priest rimasti orfani di Rob Halford, che volle intraprendere una (decisamente pessima) carriera solista distante dall’Heavy Metal; tentativo che però resterà tale.
Ritengo che Sigh No More sia l’album più ragionato e meno istintivo e “in linea” con l’ariosità di Kai Hansen e che, insieme al precedente e al successivo costituisce la genesi del fenomeno power metal a cui milioni di metallari si ispireranno saturando all’inverosimile il mercato discografico con i successivi lavori di Hansen e soci e i due Keeper del periodo Heloween…
Un album da avere anche se verosimilmente non piacerà agli amanti della doppia cassa plasticosa e simil drum machine che tanto si sente oggi.