Bene, siamo a Montecarlo, lusso e omicidi, questo è l’ambiente in cui ci porta l’ex Vito Catozzo, Giorgio Faletti. Il primo libro dell’autore: un thriller che ha riscosso un successo altissimo… Come mai ? Sì è questa la domanda che più mi cruccia dopo la lettura, come ha fatto a rimare per così tanto tempo in cima alle classifiche di vendita ?
Il tipo di scrittura di Faletti è molto semplice, questo è sicuramente un punto di forza del libro e permette una lettura veloce e lineare, a volte è leggermente dispersivo con le descrizioni ma non esageratamente, anche i personaggi non sono malaccio come caratterizzazione. Sicuramente questo ed il passato dell’autore hanno aiutato moltissimo le vendite, ma il resto lo considero in maniera nettamente negativa, la parte più importante di un giallo è sicuramente la storia, che in questo lavoro è discreta, e la capacità di far ragionare il lettore sulle varie e possibili teorie dell’inganno. Il portare magari in maniera non artefatta chi legge su una strada sbagliata oppure creare varie teorie o, ultimo ancora, far in modo di creare delle congetture di pari passo all’investigatore di turno (vedi Conan Doyle) che possono arrivare alla verità, magari con qualche piccolo colpo di fortuna, ma sicuramente il lettore non dovrà mai essere superiore all’indagatore cartaceo.
Qui ci troviamo esattamente nella situazione opposta: a metà del libro avevo ben chiaro chi fosse l’assassino e soprattutto, cosa ancora più odiosa, il metodo utilizzato per comunicare con gli investigatori, cosa fondamentale. In questo modo mi sono ritrovato a leggere metà libro con una visione di superiorità non voluta rispetto ai personaggi, cosa sbagliata in un libro di questo tipo.
Un altro particolare assolutamente negativa è che con la logica si poteva arrivare benissimo a scoprire l’assassino mentre in questo libro è soltanto un semplice colpo di fortuna, una chiacchierata inaspettata e inopportuna, a permettere al protagonista di scoprire i fatti.
Altri libri di Faletti ? Difficilmente ne leggerò ancora…