I Golem nascono nel 1999, con l’intenzione di suonare heavy metal classico ma, a causa dell’uscita dalla formazione di uno dei fondatori (Luca Roberti), la direzione musicale dei Golem si sposta verso sonorità più estreme (death, black) senza comunque abbandonare la componente heavy-thrash. Nell’ Aprile del 2000 registrano il demo “Flames of Wrath” il quale, per quanto abbia potuto leggere, viene accolto positivamente dalla stampa specializzata (purtroppo non ho avuto il piacere di ascoltarlo) e, nel Dicembre 2000, hanno partecipato al Pluvia Metalli Day (un mini-festival pugliese a cui ho avuto il piacere di assistere) dividendo il palco con gruppi come Natron , Kiss Of Death ed altri gruppi minori e devo ammettere che i Golem mi colpirono parecchio . Detto ciò, dopo alcuni cambiamenti di line-up, tornano a farsi ascoltare con questo “Death Never Dies”, registrato presso gli Half Moon Studios di Bari. Innanzitutto comincerei dicendo che, nonostante abbia visto pochi demo in vita mia, quello dei Golem si presenta a primo impatto come un vero e proprio album, e cioè cover art molto bello e curato (ad opera di Claudio Grilli), booklet ricco di foto e testi (complimenti!). Inserito il cd nel lettore si comincia con una breve intro molto d’atmosfera per poi spaccarci letteralmente con la traccia seguente, la title-track (davvero una bella canzone, ritmica potente e precisa, guitar-solos molto melodici ed uno screaming cattivissimo) che avrei apprezzato di più se fosse stata priva delle clean vocals. Si prosegue con l’ottima “Your Deepest Fear”, a mio parere la canzone più bella dell’intero album (melodica, tecnicamente eccelsa, molto vicina ai lavori dei Children of Bodom) per poi continuare con la velocissima “Here Comes The Dark”, con la lenta e cadenzata (ma non per questo meno bella delle altre) “Something To Remind” per poi spostarsi su coordinate più violente (a tratti sembra black, se non fosse per l’uso di clean vocals e parecchi stacchi melodici) della seguente “The Last Goddess”, per concludere con “Against The Sky”, l’unica traccia che mi ha lasciato un po’ perplesso, anche se possiede un break melodico davvero ben fatto. Concludendo credo che i Golem siano un gruppo da cui ci si possa aspettare parecchio, innanzi tutto perché possiedono un’abilità tecnica notevole (bravissimi i chitarristi) e poi soprattutto perché possiedono un’abilità nel comporre non comune a tutti (considerando il fatto che il gruppo ha soli 3 anni di vita, ed ha subito molti cambiamenti di line-up). In definitiva, davvero un bel disco!