“Lipservice”, settimo studio album (tralasciando raccolte e live) dei rocker svizzeri Gotthard, fin dalle prime note dell’apripista “All We Are” farà sorridere compiaciuti i fan di più vecchia data: dopo il relativo ammorbidimento del sound iniziato con “Open” e culminato nell’ottimo “Human Zoo”, con questo nuovo disco le chitarre tornano in primo piano, i tempi sono spesso incalzanti e (con giusto un paio di eccezioni) l’unico strumento a tasti è un hammond caldissimo e tremendamente groovy.
Non si pecchi però di superficialità o sensazionalismo parlando di “ritorno alle origini”: l’evoluzione degli ultimi dieci anni si sente eccome, ed accompagnate dalle ritrovate chitarre ruggenti troviamo melodie che continuano sulla strada intrapresa con gli ultimi album. Buoni esempi sono “Cupid Arrow”, o l’ottima “Said and Done”, dove le vena melodica in grande risalto ben si sposa con quella aggressività a volte un po’ accantonata nei lavori precedenti.
Mentre a noi propinano Povia e le Vibrazioni, in Svizzera i Gotthard sono delle vere e proprie star che vanno in televisione e vendono milioni di dischi: inevitabile quindi la presenza di un singolo ad hoc per lanciare l’album, ed ecco quindi la super-catchy “Lift ‘U’ Up”, un po’ boogie alla Status Quo e un po’ arena rock, un po’ hard e un po’ pop, per un pezzo ruffianissimo e divertente, una sicura hit anche dal vivo.
“Dream On” è un treno in corsa, impossibile rimanere zitti e fermi ascoltando un groove del genere, la bella “Stay for the Night” sa di Whitesnake lontano un miglio, “The Other Side of Me” è un up-tempo tutto sommato inutile (unico episodio), mentre di ben altra pasta è per fortuna fatta la spavalda “I’m Alive”; “Anytime Anywhere” è decisamente un highlight, con un arrangiamento ricco e un incedere massiccio, ed insieme a “I Wonder” rappresenta uno dei pezzi più cadenzati dell’album.
A spezzare il ritmo fra questa varietà di pezzi più o meno rocciosi non mancano ovviamente delle ballad, campo nel quale i Gotthard sono sempre stati maestri (ricordate “All I Care For”, “Heaven”, “Let it Be”, “One Life One Soul”…?), tanto da convincere i discografici a pubblicare, qualche tempo fa, una raccolta esclusivamente di lenti (intitolata proprio “One Life One Soul”).
“Everything I Want” e “I’ve Seen an Angel Cry” sono due ennesimi esempi di come il duo Leoni/Lee sappia sempre scrivere pezzi melodicissimi ma al contempo “maschi”, una grande dote non così comune nel rock, mentre la semiacustica “Nothing Left at All” (uno dei pezzi più belli dell’album e con uno Steve Lee strepitoso) e la malinconica “And then Goodbye” vanno a chiudere in bellezza un lavoro completo e convincente, privo di cali di tensione nonchè suonato e prodotto ottimamente.
Per chi già conosce e ama la band elvetica, “Lipservice” è un acquisto obbligato e sicuro al 100%, mentre per chi vi si avvicina soltanto ora è di certo un ottimo punto di partenza: garantito che vi innamorerete dell’incredibile voce di Steve Lee, della chitarra rovente di Leo Leoni, degli up-tempo da headbanging, delle ballad struggenti… insomma dei Gotthard, una delle più belle realtà hard rock degli ultimi anni.