Era il 1992 e l’allora VideoMusic (chi non è troppo giovane se la ricorda) trasmetteva un video musicale in cartone animato della favola dei tre porcellini in verisone metallara. Ricordo ancora con vivido divertimento il video sfrontato e irreverente del gruppo californiano (originario però di New York), fondato da Bill Manspeaker e Joe Cannizzaro, con un cacciatore Rambo che uccide il lupo a suon di mitra.
Quella canzone ha fatto si che il mio interesse venisse destato, e che poi mi impose di comprare tutti i loro album. Peccato furono solo due… anzi no… A distanza di sedici anni sono tornati un paio di mesi fa ad incidere il terzo album (di cui troverete a breve la recensione).
Il debutto è stato strutturato come se fosse una colonna sonora, intesa come canzoni che fanno da accompagnamento ai video, nonostante sia più verosimile il contrario. Diciamo che l’appoggio all’epoca della potente BMG permise al gruppo di pubblicare in contemporanea dell’album anche la versione video dell’album, una vera e propria delizia per occhi e orecchie. Infatti la musica supporta testi irriverenti parodiando favole e fumetti, film e cartoni ma anche e soprattutto i gruppi punk e metal famosi di quel periodo, o del decennio precedente.
Troviamo, oltra alla già citata Three Little Pigs, la presa in giro del punk’n’roll in Obey The Cowgod, si prendono in giro i Metallica in Cereal Killer, il rock in Rock-N-Roll Pumpkhin.
Anarchy in the U.K. diventa nel testo Anarchy in Bedrock, in cui si inneggia a voler essere Fred Flinstone; un testo divertentissimo coverizzando il famosissimo brano. In Electric Harley House (Of Love) troviamo il class metal ottantiano, mentre in Trippin’ On XTC si parodiano i connazionali Red Hot Chili Peppers. Stupenda la storia delle dissavventure dell’uomomerda di (appunto) Misadventures Of Shitman, per poi passare ad un’ottima interpretazione dei NIN in House Me Teenage Rave. E’ la volta quindi dei Megadeth in Flight Of The Skajaquada, per terminare con gli ultimi due minuti di Green Jelly Theme Song.
I Green Jelly sono un degno esponente di metal-punk-rock demenziale che prendendo in giro tutto e tutti (leggere la frase Not affiliated with or endorsed by Kraft/General Foods Inc. nel retro del disco che gli aveva fatto causa per aver infranto i diritti sul nome Green Jello, precednede nome del gruppo) ha dato alle stampe un bellissimo disco di puro e sano divertimento, un po’ come qui da noi ci sono gli Elio e Le Storie Tese. Recuperatevi quest’album e buon sano umoristico divertimento con i Green Jelly (parodia di Pink Floyd).
Intanto qui sotto trovate il video dei tre porcellini…