Terzo disco per i norvegesi Guardians Of Time e va detto che, se i precedenti lavori erano stati accolti bene, questo “A Beautiful Atrocity” saprà quantomeno bissare il consenso degli altri due album a firma della band. La miscela di power metal ed heavy/thrash del quintetto è effettivamente vincente in quanto pone l’accento sull’elemento più duro del metal non dimenticando di prestare attenzione alle melodie, mai banali anche se orecchiabili. L’uso di accordature ribassate e la limitazione a pochissime apparizioni sporadiche delle tastiere induriscono ulteriormente il sound dei Nostri, insieme anche ad intarsi propri del death metal come accade in Monster, episodio fra i più duri del lotto.
La modernizzazione della proposta va quindi di pari passo con un cambio di direzione che, però, non lascerà spiazzati i vecchi fan della formazione, ma che aggiunge sapientemente carne al fuoco e crea una commistione di generi che si sposa alla perfezione anche con la voce di Bernt Fjellstad, sempre sugli scudi ed epico come il Blaze Bayley solista. Lo stile personale ma sempre in linea con i canoni melodici imposti dall’etichetta “power” premia i Guardians Of Time, i quali confezionano un lotto di brani intervallati da momenti narrati che pongono di più l’attenzione sul concept di fondo.
Sintomo di maturità artistica, “A Beautiful Atrocity” si configura come un’uscita pressoché obbligatoria per gli amanti dell’heavy/power ed i cinque finlandesi ora sono chiamati alla difficile prova di riproporre quanto fatto su disco anche dal vivo. Sperando che passino dalle nostre parti, ci auguriamo che siano in grado di non deludere le aspettative.