Primo Ep autoprodotto per i milanesi Haddah, “From happiness to disgrace” è un album piuttosto interessante che riesce ad unire sonorità tipicamente death con altre più vicine al nu-metal. L’elemento moderno si presenta quindi come il fulcro principale attorno al quale ruotano le composizioni degli Haddah e l’opener “Falling” preceduta da un intro claustrofobico, ricorda nel suo incedere il sound di Machine Head e di Slipknot grazie anche all’uso di chitarre ultraribassate, loops di tastiera ed un cantato micidiale per mano di Tia che si rivela uno screamer davvero molto dotato. Il brano colpisce proprio per la potenza e la violenza che trasmette, mentre davvero buono è l’accostamento tra il growl e le female vocals che fanno capolino durante lo scorrere dell’Ep. Già dalla successiva “Under a mile pain” si registra una solida sferzata nel suond degli Haddah i quali spostano il loro tiro su un riff iniziale tipicamente rock and roll per poi trasformarsi ancora una volta in un brano lento ed aggressivo anche se non riesce a decollare come il precedente pezzo. Con l’arrivo di “Madness” ci troviamo di fronte ad una canzone piuttosto sperimentale in cui sembra di trovarsi davanti ai Sepultura del periodo “Roots”, mentre a farla da padrone è ancora l’ottima divisione delle linee melodiche tra growl e female vocals. Si torna alla fine sul nu-metal con la conclusiva “Revengin L.A” e anche in questo caso le influenze di Slipknot e Machine Head si fanno sentire dalle note dei milanesi. “From happiness to disgrace” è un lavoro molto ben realizzato che sicuramente potrà piacere a molte persone. La band dimostra di avere sufficiente personalità per poter scrivere in futuro qualcosa di buono. E ora attendiamo un nuovo demo per vedere come gli Haddah hanno saputo migliorare le proprie qualità compositive.