“Another Hostile Takeover” segna il ritorno sulle scene, a due anni di distanza dal precedente “Twelve Shots In The Rock”, degli Hanoi Rocks, seminale band di sleazy-rock ‘n’ roll che durante i primi anni ’80 ha visto crescere in maniera esponenziale la propria fama ed il proprio successo musicale.
Se “Twelve…” aveva segnato il ritorno in pompa magna dei nostri, questo nuovo capitolo discografico della band conferma quanto di buono fatto in precedenza dall’accoppiata Monroe/McCoy e solleva ogni dubbio sullo stato di salute dei nostri, sempre più indirizzati verso le grandi ed ispirate produzioni del passato. Da li, difatti, i quattro musicisti continuano a trarre ispirazione per la composizione delle proprie canzoni, sempre attenti a miscelare in egual misura attitudine rock (“Back In Yer Face”), soluzioni giocose (“Hurt”), semi-ballad ad effetto (“Center Of My Universe”) e sporadici divertissement (“Reggae Rocker”). Tutto “Another Hostile Takeover” si snoda attraverso questi binari musicali, sapientemente orchestrato da una band di vecchi volponi della scena. Non stupiscono, difatti, le prestazioni singole degli Hanoi Rocks, con la coppia storica a dettare legge e tutti gli altri ad inseguire. Ottima la produzione, come sempre, e buona la longevità del disco, sempre fresco ed entusiasmante anche dopo una lunga serie di ascolti in loop. Rimangono dei dubbi sull’effettivo valore di un paio di brani e sui quattro interludi ma, comunque, il disco merita tutta la devozione dei fan e la fiducia delle nuove leve.

Michael Monroe e compari, dunque, continuano a giocarsi le carte che meglio li rappresentano, sfornando l’ennesimo lavoro azzeccato della propria discografia. “Another Hostile Takeover” è, secondo quest’ottica, il classico album che ci si potrebbe aspettare dagli Hanoi, irriverente, sbronzo e sudaticcio…

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