E’ passato già più di un anno da quando Oliver Hartmann, che avevamo imparato ad apprezzare per le sue prove negli At Vance e in varie collaborazioni in ambito power (Avantasia, Genius), sorprese un po’ tutti con la pubblicazione del suo debutto “Out In The Cold”, e non tanto per la scelta di pubblicare un disco abbastanza distante dalle coordinate fino ad allora seguite nella sua carriera quanto per la qualità della sua proposta.
Con qualche cambio di organico (della formazione che si cimentava nel disco precedente sono rimasti solo il tastierista Juergen Wuest e il bassista Armin Donderer) Hartmann si ripropone oggi con questo “Home”, disco che ha già fatto parlare di sè anche se non per le stesse motivazioni del precedente. La musica proposta si è infatti leggermente spostata dal rock melodico pimpante dell’esordio verso lidi più melodici e rilassati e anche se non mancano del tutto tracce più sostenute, come le belle “The Sun’s Still Rising” o anche “Millionaire”, l’atmosfera generale del disco risulta essere più meditata e, possibilmente, matura. La splendida produzione del solito Sascha Paeth (in accoppiata col titolare del disco), le incredibili capacità espressive di Oliver (chi ancora ne dubita ascolti con attenzione cos’è in grado di regalarci in “My Everything Is You” e in “Crying”), le buonissime prestazioni dei musicisti coinvolti e una manciata di brani davvero notevoli rendono questo “Home” estremamente interessante e meritevole di attenzione da parte di tutti gli appassionati.
“Un disco buono ma come tanti altri del panorama melodico odierno”, può darsi, ma estremamente curato e piacevole da ascoltare e, per me, un’ulteriore prova positiva e convincente nella carriera dell’artista tedesco.