Rock ‘N’ Roll Arena – Romagnano Sesia (No)

Una serata dedicata al metal estremo nella sua forma più tecnica e brutale quella consumatasi il 13 Maggio in quel di Romagnano Sesia al Rock N’ Roll Arena, locale che sta proponendo sempre più nomi di spicco del panorama metal internazionale nella sua programmazione. Stasera tocca agli americani Hate Eternal, accompagnati da un trio di band che alzano il livello della serata con una proposta decisamente variegata, ma pur sempre inquadrabile all’interno dei canoni del death metal. Purtroppo va detto che i suoni non hanno giocato a favore delle band, essendo impastati e confusi sia per i gruppi di supporto che per gli headliner, cosa che ha decisamente spostato in basso il giudizio. Forse sarebbe bastato abbassare il volume ed il tutto sarebbe risultato più cristallino e chiaro, ma l’audience sembra comunque aver apprezzato.
In ogni caso, con un leggero ritardo le porte del locale si aprono per far entrare quelli che, almeno per ora, sono pochi intervenuti, i quali però aumenteranno fino a riempire 2/3 del locale, cosa che per un genere come il death metal non è affatto da buttar via.

DEFILED
L’apertura tocca ai Defiled, quartetto proveniente dal Giappone e portatore di un brutal death metal sulla scia dell’ondata americana degli anni ’90, quindi DeicideCannibal Corpse in primis. Pur non dicendo nulla di nuovo, stupisce la carica dei Nostri, i quali non mancano mai di ringraziare il pubblico in uno stentato inglese e di massacrare le orecchie con il loro bagaglio tecnico. In particolare piace molto la performance del bassista Haruhisa Takahata, vero mattatore con una presenza scenica piuttosto spiccata e che se la gioca con il frontman Kenji Sato nell’incitare l’audience. I pochi minuti a loro disposizione passano lasciando il segno di una band consapevole dei propri mezzi e che si è saputa conquistare qualche fan in più anche stasera. Tra le altre cose va anche detto che, insieme agli Obscura, il quartetto giapponese è stato quello che ha goduto dei suoni migliori della serata.

BENEATH THE MASSACRE
Veniamo ora agli americani Beneath The Massacre, gruppo che propone un deathcore tecnico e dal grande impatto, ma che necessita anche di suoni più che perfetti, cosa che, come avrete ormai capito, non è assolutamente una prerogativa di questa sera. Il risultato è quindi un impasto sonoro pressoché incomprensibile, tant’è che anche l’impianto fa le bizze e decide di lasciare a piedi tutti quanti saltando nel bel mezzo di una canzone. I Nostri, però, non si perdono d’animo e ce la mettono veramente tutta per aizzare la folla, nel frattempo leggermente aumentata, con risultati decisamente incoraggianti, ma è la loro proposta che non convince, lasciando troppo spazio a stacchi ad effetto invece che ad una costruzione delle canzoni più tentacolare come nel caso delle altre band intervenute sul palco di Romagnano.
Concluso il tempo a loro disposizione ci si dimentica facilmente dei Beneath The Massacre i quali forse avrebbero spiccato di più in un bill più incline alle loro sonorità, magari in compagnia di gente come i Job For A Cowboy.

OBSCURA
Per una band come gli Obscura il fattore sound è fondamentale per poter cogliere appieno l’essenza di un death metal intarsiato di arrangiamenti tecnici e progressivi e fortunatamente la situazione si aggiusta abbastanza mettendo a disposizione del quartetto dei suoni migliori rispetto a quelli di coloro che l’hanno preceduto. Altro fattore che gioca un importante ruolo nella performance del gruppo è l’assenza di Jeroen Paul Thesseling, tentacolare bassista autore delle parti all’interno degli ultimi dischi degli Obscura, ma ora impegnato in tour con i riformati Pestilence. A sostituirlo troviamo un ragazzo, Jacob Schmidt, che se la cava più che bene nelle linee del virtuoso che spetta a Jeroen, pur semplificando in parte le linee. Che dire della performance degli Obscura, quindi? La solita mazzata fatta di melodie e stacchi impensabili, rigorosamente urlata da uno Steffen Kummerer che più che un deathster sembra un nerd capitato per caso su di un palco con una chitarra in mano. Nella mezz’ora a loro disposizione i Nostri hanno spaziato attraverso le loro due ultime uscite con l’attesissima The Anticosmic Overload e la nuova titletrack dell’ultimo nato, cioè Omnivium, a farla da padrone. Portato a termine il loro compito, i quattro tedeschi lasciano il palco del Rock N’ Roll Arena in mezzo agli applausi di un pubblico finalmente, a livello puramente numerico, degno di tale nome.

HATE ETERNAL
Ed arrivò il turno degli headliner di questa serata, gli Hate Eternal di Erik Rutan. Stimato produttore specializzato in sonorità estreme ed ex membro dei Morbid Angel (periodo Gateways To Annihilation), il chitarrista/cantante si presenta con la propria formazione per promuovere l’ultimo nato, Phoenix Amongst The Ashes, disco che si propone di consacrare finalmente il nome degli Hate Eternalnell’Olimpo dei grandi del death metal che conta. Purtroppo va subito comunicato che il mixer non concede tregua e, complice una batteria a livelli veramente eccessivi, il suono che esce dalle casse è veramente inudibile con il basso di J.J. Hrubovack quasi del tutto assente anche nei frangenti solisti di Rutan, nei quali si ritrova a reggere le linee da solo. In mezzo a tutto ciò vi sono anche problemi al microfono di Erik, il quale smette improvvisamente di funzionare e mette in seria difficoltà i tecnici, i quali si adoperano per ovviare all’inconveniente.
Per carità, dal punto di vista dei musicisti, loro ce la mettono veramente tutta per dare in pasto ai metal kids uno spettacolo veramente degno di questo nome con una formazione veramente rodata ed incazzata al punto giusto. Non mancano i momenti di incitamento da parte del pubblico, il quale dimostra di divertirsi con anche qualche coraggioso che si butta in mezzo al circle pit. Molto ben accolte in questo senso la splendida I, Monarch e la conclusiva King Of All Kings, veri highlights di uno show che sarebbe potuto andare decisamente meglio, ma che tutto sommato ha lasciato gli affamati di death metal soddisfatti e, almeno fino alla prossima volta, sazi.

Setlist
1 – Rebirth
2 – The Eternal Ruler
3 – Thorns Of Acacia
4 – Behold Judas
5 – Lake Ablaze
6 – Bringer Of Storms
7 – Haunting Abound
8 – Catacombs
9 – Phoenix Amongst The Ashes
10 – Servants Of The Gods
11 – Powers That Be
12 – I, Monarch
13 – Tombeau (Le Tombeau De La Fureur Et Des Flammes)
14 – King Of All Kings