Head Control System: ovvero il parto artistico di menti sottili, esperte e pregne di idee come quelle di “tali” Daniel Cardoso (ex Sirius) e Kristoffer Garm Rygg (Ulver, Borknagar ed ex-Arcturus). Due nomi che rendono il piatto tanto appetibile per le, più che dimostrate, abilità messe in gioco, quanto fascinoso per la curiosità suscitata dalla voglia di osservare all’opera l’insolita accoppiata.
Risultati? Seguendo perfettamente la linea di certezze qualitative, imprevedibilità e creatività dettata dalle premesse, ciò che conquista da subito l’apparato uditivo dell’ascoltatore è un lavoro grondante fantasia ma, sempre e comunque, fine e composto. Le coordinate stilistiche di “Murder Nature”, per propria natura intrinseca, sfuggono a definizioni immediate e referenziali. Costantemente a cavallo tra groovy rock e sprazzi del metal più sognante e ragionato, le undici composizioni si stagliano su strutture oblique ed imprevedibili ma accomunate da un’armonia disarmante. I paragoni che fanno la propria comparsa, nell’arco di questo piccolo gioiello, risultano al contempo abbondanti, lusinghieri e limitativi per una proposta che vive incredibilmente di luce propria. Si passa dall’onnipresente melodia accostabile alla scuola del rock atmosferico di tradizione inglese, a momenti tra il visionario ed il catartico che, con opportuna distanza, possono ricordare i tratti più emozionali dei mai dimenticati Alice In Chains, fino ad arrivare a territori più vicini al metal moderno. I fantasmi di Tool e Mike Patton invadono con leggerezza il lavoro sottoforma, rispettivamente, di un incedere sofferto e progressivo e di un songwriting sempre sorprendente.
Inutili considerazioni su una perfetta tenuta tecnica, una produzione perfetta e la riconferma delle sopraffine capacità vocali del versatile G. Rygg risultano un marginale particolare fagocitato dal vorace e prefetto coagulo sonoro costruito. Head Control System: un narratore unico nel suo fare beffardo ed avvolgente, un polistrumentalista fine e preparato, un progetto che si spera abbia un seguito; a chi legge il compito di non farlo passare inosservato.