Ecco quella che si chiama una sorpresa! Dopo due anni da “The Almigthy” torna finalmente alla ribalta una della band più interessanti di tutto il panorama italiano: gli Heimdall. Giusto il tempo di inserire il cd nel lettore e un’autentica valanga di sano e potente metal si riversa fuori dalle casse del mio impianto: “Hard sa iron”, questo il titolo del quarto cd della band suona dannatamente aggressivo.
La band non ci concede un attimo di tregua e macina riffs su riffs; la voce di Giacomo Mercaldo sebbene non raggiunga picchi elevatissimi si amalgama perfettamente con la musica proposta dal gruppo e con la sua voce calda e a tratti passionale riesce a dare un apporto più che sostanzioso per la riuscita dell’intero album; le chitarre creano un’ottima sezione ritmica e gli assoli s’intrecciano tra loro in un susseguirsi continuo di armonizzazioni e scale per poi esplodere nel più epico dei riff. Le tastiere svolgono come al solito un ruolo primario: anche se quasi assenti durante le strofe esplodono in tutta la loro epicità durante i ritornelli a sottolineare l’incedere tipicamente epico che ha da sempre contraddistinto le composizioni del gruppo.
I brani che vanno a comporre questa nuova fatica targata Heimdall sono in tutto nove, strutturalmente ben concepiti e di pregiata fattura. E’ messo da parte quell’alone di pathos e pomposità che contraddistingue l’album di esordio e il suo degno e sottovalutato successore mentre si prosegue con le scelte che i cinque ragazzi campani avevano iniziato a proporre dal loro penultimo album, segno dunque di una certa maturità artistica e la voglia di non rimanere sempre e solo legati agli standard classici di un genere che sta diventando sempre più scontato con le migliaia di gruppi che cercano di proporsi.
Con un riff tremendamente thrash la title track apre le danze di questo nuovo e bellissimo cd: tutto l’album è pervaso da sonorità maggiormente heavy-oriented e solo durante i ritornelli ci riavviciniamo ai canoni tipici del power metal. “Midnight” nonostante l’inizio un po’ incerto, si trasforma ben presto in un’autentica cannonata e soltanto le singole note di pianoforte che si percepiscono come sottofondo durante il brano ci ricordano che siamo in presenza di un gruppo power e non di una band trhash.
Gli amanti del power metal più classico non devono però disperare: la stessa “Midnight”, “Moon-red light”, “The emperor” e “Holy night” sono dei veri e propri inni. Gli Heimdall ci regalano anche due ottime ballad: la prima dal semplice e malinconico titolo “Cold” risulta essere un classico pezzo lento di chiara matrice teutonica, mentre con “Black heaven” la voce di Giacomo è accompagnata solamente da due chitarre acustiche e dalle tastiere: le orchestrazioni ci rimandano a tempi lontani e ormai passati e un sapore quasi celtico rimane nell’aria alla fine del brano.
In definitiva gli Heimdall si dimostrano essere una band matura e ricca di inventiva, ogni brano risulta essere completo e mai scontato. Se siete fan di questa grandissima band italiana allora dovete avere “Hard as iron”… se invece non lo siete… beh allora cosa aspettate? Andate immediatamente a comprare il cd, non rimarrete delusi!