Ciao amici di Heavy-Metal.it. È un vero onore per me intervistare Markus Grosskopf, lo storico bassista degli Helloween, in occasione della data milanese del tour di “Keeper Of The Seven Keys – The Legacy”.
Ciao Markus. Volevo sapere quando e come avete avuto l’idea di dare un seguito alla saga dei due Keeper.
Inizialmente l’idea è stata una specie di prova. Volevamo provare a noi stessi di essere ancora in grado di fare qualcosa di importante. È stato un modo come un altro di dare una nuova direzione alla nostra musica.
Ma questa scelta è stata dettata dalla voglia di dare un seguito ad un’idea musicale o è stata semplicemente la voglia di dare un seguito alla storia?
Abbiamo cominciato a comporre i pezzi partendo dalla musica. I testi sono venuti in seguito ed hanno dato una forma compiuta al tutto. Sappiamo bene che i due Keeper sono da sempre considerati un grande concept. Con questo album abbiamo cercato di dare un degno seguito a quei due capolavori.
Cosa si cela dietro il titolo “Mrs. God”?
Devo dire che il titolo del pezzo è un’idea molto buffa che avevamo in mente da tempo ma che non riuscivamo a mettere giù. Una specie di scherzo su cosa potrebbe essere il mondo se fosse stato generato da una donna.
Nel vostro ultimo album c’è la partecipazione, nel pezzo “Light The Universe” di Candice Night. Com’è stato lavorare con lei?
Francamente non abbiamo avuto occasione di vederla dato che era impegnata per lavoro a New York. Il nostro produttore ha solo mixato le sue parti vocali in sala di registrazione.
Avete intenzione di andare a New York per registrare il video di questa canzone?
Adesso non abbiamo progettato ancora nulla. Probabilmente registreremo il video per quel pezzo, ma sarà il nostro produttore a decidere.
Cosa ne pensi delle vendite dell’album?
Dato che siamo in tour, non badiamo molto ai risultati di vendita dell’album. L’importante è che il pubblico ci apprezzi e venga ai nostri concerti. Alla fine del tour tireremo le somme.
Pensi che il titolo dell’album possa aver avuto un effetto sulle vendite?
Non ne sono sicuro. Certamente quando scegli un titolo per un album, cerchi di trovare qualcosa che faccia presa sul pubblico. Che poi questo possa condizionare le vendite, è un aspetto secondario.
Nei vostri precedenti album avete arricchito il vostro suono con degli elementi moderni. Come mai in questo album avete deciso di tornare alle origini?
Diciamo che in questo album abbiamo cercato di suonare in pieno “Helloween style”, non rinnegando ciò che abbiamo fatto in passato ma neanche stravolgendo troppo il nostro stile. Ad esempio “Occasion Avenue” è un mix fra ciò che abbiamo fatto in passato e le nostre recenti produzioni.
Ci sono voci in merito ad un concerto con Michael Kiske. Puoi dirmi qualcosa di preciso?
Veramente? Sapevo che avevano messo in giro delle voci che prevedevano una reunion com Kai Hansen. Qualcuno mi ha chiesto se mi sarebbe piaciuto fare un concerto con Kiske alla voce. Sarebbe bellissimo tornare a suonare con lui alla voce, ma al momento non è possibile. Dopotutto la formazione che abbiamo attualmente ritengo sia la migliore che abbiamo avuto negli ultimi anni.
Come avete scelto Sascha?
Sascha ci è stato presentato dal nostro produttore. Ha provato a suonare con noi ed abbiamo capito sin dalle prime note che era ciò che cercavamo. Si è sin da subito creato un feeling eccezionale.
Parliamo del tuo solo project Shock Machine. Hai intenzione di dare un seguito al tuo album di debutto?
Sì. Stiamo registrando del nuovo materiale. Quando finirà il tour, se troverò il tempo di lavorarci sopra forse potrà uscire qualcosa di nuovo. Per ora mi devo dedicare al tour.
Cosa pensi, dopo anni di distanza, di “Chameleon”?
Per me “Chameleon” è sempre stato un album bello. Chiaramente non rispecchiava il nostro stile: ma era esattamente quello che volevamo fare. D’altro canto il camaleonte è un animale che sa prendere il colore di ciò che tocca: cioè modifica il suo corpo. Ed è esattamente ciò che abbiamo fatto noi con quell’album. Abbiamo modificato il nostro stile musicale.
Il tuo modo di suonare è da sempre stato il marchio di fabbrica del suono degli Helloween. Quali sono stati i bassisti che ti hanno influenzato?
Sono stato letteralmente folgorato dallo stile di Steve Harris e da quello di Geezer Butler dei Black Sabbath. Sto ancora cercando di imparare a suonare come loro. Ma penso che siano inarrivabili. Senza contare quel mostro di bravura che risponde al nome di Lemmy.
Cosa ti piace ascoltare adesso?
Ascolto un po’ di tutto: Sex Pistols, Soilwork, Anastacia, Sugarbabes, Rainbow, Pink Floyd, Deep Purple, Wishbone Ash. Ma quello che in assoluto preferisco sono i vecchi album dei Kiss, degli Ac/Dc, degli Scorpions e di Michael Shenker.
Per una band come la vostra, quanto sono stati importanti dei gruppi come gli Scorpions o gli Accept?
Sono stati a dir poco fondamentali. Ci hanno aperto la strada verso gli altri paesi europei e mondiali. Ci hanno ispirato e fatto maturare. Ci hanno insegnato cos’è il music business.
Ti consideri una rockstar?
Non penso di essere una rockstar. Quando sono sul palco cerco solo di essere me stesso e di far divertire il pubblico. Il resto non conta. Quando mi chiedono quale sia il mio mestiere io rispondo così: fare il pazzo sul palco.
Non ti sei mai stancato di stare negli Helloween? Intendo dire, non hai mai pensato di cambiare band, dato che sei negli Helloween sin dagli esordi?
No. Qui mi trovo bene. Quando ho voluto provare qualcosa di nuovo, ho fondato il mio solo project. Non riuscirei a fare qualcos’altro o suonare uno stile musicale diverso.
Da qui a vent’anni pensi ancora di stare on stage?
Non lo so. Sarà il tempo a dirlo. Se riuscirò a provare le stesse sensazioni che provo adesso, continuerò a suonare. Altrimenti smetterò.
“Chameleon” è stato l’ultimo album in cui ha suonato Ingo. Che ricordo hai di lui?
Speravo che non mi facessi questa domanda. Per me Ingo è stato un grande amico. Parlare di lui mi rende triste perché con la sua morte una parte di me è morta. Eravamo molto legati. È stato un grande batterista. Abbiamo cominciato insieme ma il destino non ci ha permesso di continuare insieme.
Per concludere vuoi fare un saluto agli amici di Heavy-Metal.it?
Con vero piacere. Un metallico saluto agli amici di Heavy-Metal.it. Grazie del supporto che ci date. Speriamo di poterlo ricambiare. Continuate così.