L’ascolto di questo platter susciterà sicuramente opinioni contrastanti: che il black metal sia più che un genere, bensì una specie di “way of life” è cosa nota, i numi tutelari sono pochi ed a seguirne la scia sono molti… Questi Helrunar non si sa proprio dove metterli.
Se parliamo di musica, allora tanto di cappello. Il cd se non è stupendo, poco ci manca. Tutto è al suo posto. C’è l’intro acustica, ci sono gli assalti furiosi e “raw”, c’è il parlato, c’è l’epico, c’è tutto.
Ci sono poi anche i richiami, a Darkthrone, ad Immortal, a Burzum, ci sono i plagi (“Schwarzer Frost” è “Freezin Moon” dei Mayhem..).
La produzione è ottima, la tecnica li supporta, il songwriting è ispirato. Insomma, qui abbiamo a che fare con musicisti veri, preparati, consapevoli del loro desiderio di sintetizzare e se possibile rielaborare un genere che sembra ormai definitivamente arroccato su sè stesso, condannato a spegnarsi.
L’attitudine dunque non è più la stessa di 15 anni fà. Gli Helrunar hanno ormai poco a che vedere con satanismo, misoginia, culti pagani etc.. al massimo ne accennano in qualche testo, ma sembrano poco credibili, perlomeno rispetto a gente come Faust, Burzum, etc.
Sembrano più tre bravi ragazzi con talento e voglia di suonare. Svecchiamo, musicalmente ed ideologicamente il black! I nostri non ci provano più di tanto ma vanno promossi lo stesso, se non altro per la qualità.