Secondo disco per gli Highland Glory, che dopo il buon debutto ritornano con un album ancora più bello ed epico: “Forever Endeavour”. Il gruppo norvegese è di nuovo autore di un disco che farà rimanere a bocca aperta tutti quelli che avevano apprezzato la precedente release. Produzione ottima, suoni magnifici e dieci ottimi pezzi che confermano quanto di buono avevamo già avuto modo di ascoltare in “From the cradle to the brave”.
Fin dall’iniziale “Spirit of salvation” si è trascinati in un frenetico vortice di melodia, con una doppia cassa incontrollata che fa da sfondo a veloci ritmiche di chitarra mentre il cantato di Jan Thore Grefstad, sempre grintoso e accattivante, si rivela ancora una volta assolutamente adatto per interpretare i brani degli Highland Glory. Come già dimostrato nell’album di debutto la struttura delle canzoni dei norvegesi non è nulla d’eccezionale, ma colpisce proprio per la carica aggressiva che la stessa band ci mette: riff orecchiabili ed immediati si piazzano subito in testa, svolgendo senza troppi problemi il compito di catturare l’attenzione dell’ascoltatore. Una nota di merito va a Jan Thore dietro al microfono che riesce a creare delle linee vocali eccezionali, inserendo acuti solo nei momenti decisivi e senza mai cercare di strafare, pur dimostrando in molto frangenti un’incredibile ed eccezionale tecnica vocale. Ottimo anche il lavoro svolto da Olsen e Lars Andrè Larsen che macinano riff tritasassi per tutta la durata del disco, creando ritmiche killer incredibilmente pesanti e battagliere senza mai fermarsi per un solo momento! La semplicità e l’immediatezza di questi ragazzi è davvero una dote fuori dal comune che si riversa all’interno delle loro composizioni. Ecco quindi che possiamo ascoltare ottimi brani come “Edge of time” e “Mindgame masquerade”, impreziositi da riff davvero orecchiabili, da ritmiche di chitarra trascinanti e da bellicose linee vocali; si continua ancora con pezzi dannatamente heavy metal come “Surreality” e “Break The Silence” che anticipano la maestosità della titile track fino a passare per le due semi-ballad, “The sacrifice” e “Somewhere”, che spezzano un pochino l’andamento vorticoso dell’album.
Davvero un bel disco dunque, semplice ma d’impatto. Gli Highland Glory non cercano assolutamente di stupire con “effetti speciali” ma bensì suonano solo musica piacente, fatta di gradevoli riff che non mancheranno sicuramente di colpire nel segno!