Quando entrai in possesso del disco di debutto degli Highlord, quel “Heir of Power” del 1998, compresi immediatamente che la band era destinata a suscitare clamore decisamente oltre i confini della nativa Torino e che forte dell’esplosione del Power italiano di quel periodo avrebbe certamente ricevuto col tempo il ruolo che le spattava.
Infatti gli addetti ai lavori hanno sempre guardato i nostri con un occhio benevolo, vuoi per la caratura tecnica della loro musica, per gli arrangiamenti, vuoi perchè dietro al microfono si scatenava l’ugola dell’ottimo Vascè o forse per via dell’utilizzo molto intelligente delle tastiere; verso questi ragazzi non mi è mai capitato di leggere particolari critiche.
Col secondo, molto più ambizioso, “When the Aurora Falls” il gruppo si è messo in tasca diverse soddisfazioni, sia sul versante live che su quello discografico, sì perche il secondo episodio della discografia dei nostri ha avuto modo di essere distribuito in tutta Europa, Sudamerica e in Giappone dove pare abbia riscosso parecchio successo, e gli italiani lì sono abituati.
Il 2001 ha visto il gruppo alle prese con dei problemi di line-up e lo split col cantante Vascè che, devo dire, mi ha preoccupato parecchio.
Negli Highlord è arrivato Andrea Marchisio e mi immagino che ai più di voi il nome non dica molto, qui vi volevo, perchè a mio modesto parere Andrea è uno dei più bravi cantanti della scena italiana, lo metterei a metà strada tra Fabio Lione e Rob Tyrant dei Labyrinth per la potenza e la raffinatezza e non è certo un esordiente perchè milita nei Desdemona altro ottimo act della scena piemontese che l’anno scorso ha esordito per Northwind.
Andrea porta una ventata di classe ed energia alla proposta degli Highlord con la sua timbrica tenorica piena e pettorale, un modo di cantare molto naturale e diretto che mostra come una grande voce non abbia bisogno di particolari “ritocchi” per convincere a pieno, e già dalle note di “Atlantis part 2” il nostro ci cattura con una prova degna di nomi ben più blasonati in senso canoro.
La song è infatti un ottimo up-tempo articolato e elegante che mi rimanda al disco precedente ma che contiene caratteristiche progressive e al tempo stesso coinvolgenti con l’uso delle tastiere estremamente convincente e risoluto.
Anche la successiva “Stream of illusion” presenta velocità e tecnica miste ad arrangiamenti molto eleganti, qui mi pare di intravvedere dei richiami al sound degli Stratovarius dell’ultimo “Infinity” e mi sembra un’ottima pietra di paragone.
Con “Dream chaser” facciamo un salto indietro al primo cd, il power veloce e melodico si sposa alla perfezione con il refrain del ritornello e una ottima produzione effettuata ai New Sin dove la voce di Andrea viene messa decisamente in risalto, se non conosceste il gruppo scaricatevi questo brano dal loro sito.
Per gli amanti di Van Halen dei tempi che furono ecco arrivare la fortissima “Back from Hell” un mid tempo dalle forti tinte ottantiane sorretto da tastiere e chitarre graffianti, qui le linee vocali toccano davvero livelli sublimi, dimostrazione di come gli Highlord sappiano scrivere brani diversificati ed eterogenei.
Con “Show me your kingdom” e “Follow me” rieccoci trasportati tra accelerazioni power e intriganti venature tastieristiche che forse hanno più a che fare col prog, entrambe le song possiedono quella anima live che è sempre stata centrale nella produzione del gruppo e che in futuro gli farà guadagnare sempre più sostenitori.
La title-track possiede una impalcatura decisamente progressiva, con spessi cambi di tempo e ottimi refrain vocali, qui trova spazio anche un break neosclassico che aggiunge eleganza alla composizione, un brano forse meno diretto dei precedenti ma che senza dubbio contiente ottimi spunti compositivi.
Con “Phoenix’s fire” ritroviamo gli Highlord più veloci e solari che sfornano ritornelli maggiori e refrain dinamici, anche qui ottima la prova di Andrea che convince decisamente fin dal primo ascolto.
Il cd si chiude sulle note sognanti di “Moonlight romance” dove Andrea ha piena libertà di azione mostra tutta la sua bravura esecutiva, insomma per me questo terzo cd consacrerà gli Highlord a livello europeo e gli farà guadagnare una nutrita schiera di nuovi seguaci.