È con gran curiosità che mi appresto a scoprire il nuovo lavoro di una delle migliori formazioni italiane di power metal attualmente in circolazione. Gli Highlord tornano finalmente alla ribalta dopo un silenzio durato un po’ più di un anno e molte sono le domande e le attese per questo nuovo “Medusa’s Coil”, soprattutto per quanto riguarda il “nuovo” arrivato ovvero il carismatico cantante Andrea Marchisio (cantante anche degli astigiani Desdemona).
Al suo secondo album con il gruppo torinese, Andrea dimostra di essersi perfettamente amalgamato con il resto della band riuscendo in pieno a riflettere un tipo di cantato che si sposa perfettamente con la musica proposta dagli altri ragazzi. A volte aggressivo in altri momenti ispirato e melodioso, Andrea ci regala una mirabile performance canora.
I cinque ragazzi sono autori di un pregiato disco di power metal dai riff veloci e duri come il granito: ritmiche serrate, distorsioni pesantissime e la voce di Andrea, aggressiva e acuta come non mai. “Medusa’s Coil” risulta essere sin dalle prime note dell’opener un album dannatamente interessante e coinvolgente. Le chitarre questa volta compiono un lavoro incredibile, mentre le tastiere di Alessandro Muscio danno quel tocco sinfonico che ha caratterizzato il gruppo sin dai suoi esordi.
Sono otto in totale i pezzi che compongono questo nuovissimo cd e devo affermare che sono incredibilmente devastanti, mai un attimo di tregua, solo continui cambi di tempo, sfuriate di doppia cassa e assoli al fulmicotone che si intrecciano tra loro rincorrendosi in un continuo susseguirsi di fughe. Canzoni come la title track, introdotta da un malinconico pianoforte e da una melodiosa voce di donna per poi tramutarsi in un’autentica mazzata sonora, oppure “Far from the light of god” sono di un’immediatezza incredibile e nel giro di poco tempo ci si ritrova a canticchiarne il ritornello; spettacolare “Scarlet Tears” introdotta da un riff di tastiera su cui si aggiunge una ritmica serrata di chitarra per poi lasciare spazio al cantato sognante di Andrea; “Your story too“ risulta essere una delle canzoni più belle e aggressive dall’intero album: dall’andamento e dai riff tipicamente hard rock parte con un semplice assolo di chitarra accompagnato da pianoforte per poi esplodere in un acuto altissimo del buon Marchisio; nel pre chorus le tastiere di Muscio ci rimandano a sonorità particolarmente Europe-oriented, mentre il ritornello risulta essere coinvolgente come non mai tanto che ci si ritrova a dimenare la testa a destra e manca fino a farsi male al collo.
Gli Highlord alzano il piede dall’acceleratore solo per deliziarci con una stupenda ballad dal triste titolo “Where my hero lies” in cui la voce di Marchisio è accompagnata da una chitarra acustica e da suadenti note di pianoforte. Chiude il disco una suite piuttosto lunga dal titolo “The hand of God” in cui gli Highlord sperimentano un cantato tipicamente black metal che duetta con la voce di Andrea.
Nella versione giapponese di “Medusa’s Coil” è stata introdotta a chiusura del lavoro la mitica sigla di apertura della seconda serie di uno dei cartoni animati più amati dal pubblico metallaro. Sì, sto parlando proprio di lui: Ken il guerriero. Gli Highlord ci regalano la cover di “Tough boy” (anche in versione karaoke) che risulta essere una vera e propria chicca per gli amanti del gruppo piemontese e del cartone animato.
In conclusione gli Highlord hanno sfornato un album davvero molto bello e convincente: ottima la produzione, ottimi i suoni e gli arrangiamenti. Caldamente consigliato a tutti gli amanti del gruppo e del power metal sinfonico. Promossi!