Era ora! Finalmente tornano sulle scene gli Holy Martyr, un gruppo sardo di altissimo livello che con i due precedenti album e un’intensa attività sul palco si sta facendo molto notare. Il loro punto di forza risiede in musica diretta e sfrontata, classica e retrò senza sofisticazioni di sorta, che deve dare un’evidente idea di battaglia. Pertanto la produzione è nuda e cruda, come in presa diretta pronti per portare i brani dal vivo, che è la loro vera essenza. Da sempre, Still At War del 2007 e Hellenic Warrior Spirit del 2008, trasudano energia, grinta e tanta volontà di gridare al mondo la loro forza battagliera, raccontando gesta di eroi in un contesto più o meno storico.
Il nuovo album non è da meno, e forse questo aspetto è ancora più marcato che in passato. Più cattivi che mai, con un possente Mereu che molto deve al migliore Blaze Bayley, una sezione ritmica tritaossa, Invincible fa la gioia di tutti coloro che adorano cavalcate di chitarre, inni di guerra e i film di battaglie. Rispetto ai precendenti lavori i nostri si spostano nel lontano oriente, in terra nipponica, per raccontarci le gesta dei samurai.
Si parte con un calmo intro che anticipa la tempesta che verrà, partendo dal brano che dà il titolo all’album, passando per Lord Of War, Ghost Dog e fino alla fine con Zatoichi gli Holy Martyr ci martellano le orecchie senza tregua, facendoci sentire all’interno di una vera battaglia on tutte le pause precendenti al momento fatidico del combattimento.
Una particolarità da segnalare è che i brani sono medio-lunghi, si attestano mediamente oltre i sei minuti con una punta di nove per Kagemusha, per quasi un’ora di grandissimo classic epic metal. Gli Holy Martyr non hanno assolutamente nulla da invidiare a gruppi più blasonati stranieri. Musica di alta classe, scritta e suonata con sentimento e gusto.