Tornano sul mercato discografico per la quinta volta gli House Of Shakira, compagine nata nel 1991 e dedita ad una forma molto melodica ed elegante di hard rock ed aor.
Il loro è un comeback decisamente atteso vista l’importanza e soprattutto la qualità dei lavori passati (primo fra tutti lo splendido “Lint”), al solito patrocinato dall’attenta Lion Music ed in uscita in un periodo discografico ricco di rivalità e concorrenza in po’ tutti i settori musicali. C’è da dire, innanzi tutto, che questo “Retox” non è il classico gioiellino che ci si aspetta dalla compagine scandinava, complice una produzione non proprio eccelsa ed una manciata di episodi che proprio non riescono a decollare. L’accoppiata “Gabon Viper” / “Life And Death” fa parte di questa risma, sin troppo prolissi nel songwriting e privi di particolari spunti qualitativi per i quali essere ricordati. A riprova del valore della band, però, troviamo alcuni sprazzi di mera genialità come nella melodica “Crazy But No Fool”, sicuramente tra gli episodi più aor dell’intero disco, e nell’iniziale “Small Town”, introdotta egregiamente da un breve e sognante duetto di piano e voce. Capita spesso, inoltre, di imbattersi in frangenti più diretti e squisitamente hard rock (“Bloodline” ne è un ottimo esempio) e di riconsiderare l’intero “Retox” sotto questo punto di vista, al crocevia tra parti più rock e soluzioni melodiche e tipicamente ‘80s. Quello che ne esce fuori è un giudizio a volte contrastante sul valore di un disco interessante si, ma privo di quella briosità che in passato ha fatto la fortuna degli House Of Shakira e dei suoi musicisti. Complice la deludente e piuttosto piatta parte centrale, “Detox” si attesta su livelli accettabili per un qualsiasi altro gruppo di stampo medio e non, come in questo caso, per una compagine che ha dalla sua lavori imprescindibili e delle potenzialità assolutamente notevoli.