Chi ancora non accetta la dipartita dello storico singer Matt Barlow può iniziare a mettersi finalmente l’anima in pace. Gli Iced Earth del nuovo corso, quello targato Tim “Ripper” Owens, sono qualcosa di diverso dalla compagine che ha partorito, in passato, veri e propri capolavori del settore power thrash. L’approccio di Shaffer alla composizione è leggermente mutato in favore di una proposta dai forti connotati heavy e soprattutto epic, in cui l’utilizzo di cori e refrain ad effetto è pressoché una costante in tutto “Framing Armageddon – Something Wicked Part I”.
Il lavoro, il primo di due capitoli, riprende il concept affrontato dai nostri molti anni fa, con la trilogia finale dell’ottimo “Something Wicked This Way Comes”. Al solito, un disco molto curato sotto l’aspetto lirico, vero e proprio pallino dell’appassionato di horror fantasy Shaffer. Sul versante musicale, come si accennava un attimo fa, gli Iced Earth continuano a battere la strada imboccata con il precedente “The Glorious Burden”, un disco in cui la componente thrash ha perso visibilmente tiro in favore di un approccio più heavy e risoluto. Se possibile, però, “Framing Armageddon” estremizza tale concetto importando una dose massiccia di influenze epiche e sinfoniche, caratterizzanti sia i singoli brani proposti che i numerosi (ben otto) intermezzi strumentali presenti. Proprio questi, alla lunga, sembrano appesantire un disco che supera abbondantemente l’ora di durata e che comunque riesce a piazzare almeno tre o quattro zampate degne delle migliori produzioni Iced Earth. Innanzi tutto il singolo, il già noto “Ten Thousand Strong”, è uno dei brani migliori dell’intero lotto, con un refrain magnetico ed una potenza sonora davvero ragguardevole. Altri pezzi di livello sono la dinamica “Setian Massacre” e l’iniziale “Something Wicked Pt.1”, che parte in maniera altalenante per poi esplodere in un refrain davvero entusiasmante. Il resto dei brani, però, non riesce a mantenere costante la qualità dell’intero prodotto, sicuramente meno ispirato e traballante nella seconda parte. Gli intermezzi, se da un lato completano e valorizzano tutto il concept alla base dell’album, hanno anche il difetto di soffocare l’impulsività caratteristica della band americana, mai come in questo caso tenuta a freno dai nostri. L’impressione che questo “Framing Armageddon – Something Wicked Part I” inizia a generare dopo svariati ascolti è certamente altalenante e combattuta. Scampoli di classe rimangono ben visibili e palpabili ma, questa volta, si ha come il sentore che gli Iced Earth (e Jon Shaffer in primis) abbiano voluto strafare confezionando un album ridondante ed a volte decisamente prolisso.