Rock N Roll Arena, Romagnano Sesia (NO) – 23 Gennaio 2014
Ennesimo evento di alto livello al Rock N Roll Arena di Romagnano. Questa volta tocca agli Iced Earth, in giro per l’Europa a promuovere il nuovissimo “Plagues Of Babylon”.
Quando Jon Schaffer e soci salgono sul palco il locale è piuttosto gremito e i ragazzi sono già pronti per la battaglia!
Gli Iced Earth iniziano lo show proprio con la titletrack dell’ultimo album, pezzo epico e oscuro che pare già essere entrato nel cuore dei fans. Se fin da subito i musicisti sembrano in palla, non è possibile evitare di notare il volume del microfono del cantante Stu Block decisamente troppo basso. Un difetto che purtroppo si perpetrerà per diversi brani proposti lungo l’arco della serata. Fortunatamente il grintoso bassista Luke Appleton si darà gran da fare ai cori.
Come detto la prestazione della band è davvero buona anche se i ragazzi americani sembrano piuttosto compassati. Il chitarrista Troy Seele è davvero bravo e artefice di un’ottima performance benché sembri starsene in disparte in un angolino del palco… Lo stesso Schaffer, solitamente istrionico, appare decisamente sottotono, dal punto di vista esclusivamente scenico. La sezione ritmica invece, formata dal neonato duo Appleton-Dette (rispettivamente basso e batteria), sembra la più interessata ad aizzare il pubblico, uno dei migliori visti ultimamente ai concerti (sorvolando però sul coro Aised Ert! Aised Ert! :-P).
Discorso a parte per il frontman Stu Block. Devo dire che il singer si è rivelato davvero in gamba. Sono quasi sicuro che si porterà dietro il fantasma di Barlow per tutta la sua carriera negli Iced Earth, ma per quel che mi riguarda, tecnicamente mi ha soddisfatto al 100%. Ottima, ad esempio, la sua performance sul classico (non certo facile) A Question Of Heaven, cantato impeccabilmente, ma anche col giusto pathos. Dal punto di vista prettamente scenico, invece, il ragazzo ha ancora diversa strada da fare. Troppo statico, a tratti impassibile, quasi intimorito dalla presenza di Schaffer a cui sembra chiedere spesso cenni di assenso. Poco male, ma corretto comunque evidenziarlo.
Per quanto riguarda la scaletta, la parte del leone la fa, come giusto che sia, “Plagues Of Babylon”. Da studio il mio parere su questo disco è stato decisamente positivo, e anche dal vivo i brani si rivelano vincenti. Oltre alla già citata titletrack in apertura, mi hanno entusiasmato Among The Living Dead, col suo coro cantato a gran voce dal pubblico, e la power-ballad In The End?, con un ottima e sentita prestazione di Block. Molto gradito anche Cthulhu, uno dei brani migliori dell’album.
Per i classici si poteva fare forse qualcosina di meglio… Dark Saga e Jeckyl And Hyde, le avrei volentieri sostituiti con una Violate e una Stormrider. Gusti personali, ovvio.
Sempre gradita la tritaossa My Own Savior, che ha ribaltato il locale, e la già citata e struggente A Question Of Heaven. C’è posto anche per uno dei brani migliori dell’era Ripper, la classicamente heavy Red Baron / Blue Max, in cui si fa notare nuovamente Block per la sua perfetta esecuzione.
Gli Iced Earth chiudono lo show con la ballad Watching Over Me, uno dei pezzi più amati dal pubblico, cantata a gran voce, e l’inno Iced Earth, che dà modo ai ragazzi presenti alla serata di scatenarsi un’ultima volta.
Tirando le somme, anche se con qualche piccolo difetto, lo show degli Iced Earth è stato sicuramente positivo: la band continua a cambiare membri nel corso degli anni e forse questo influisce in termini di affiatamento e compattezza on stage. Per il resto, la più che buona prestazione e un gran pubblico partecipe, han fatto la differenza.