Nuova etichetta discografica dedicata al sottosuolo metallico più intransigente e fedele agli anni ottanta è la Pure Steel Records che arruola nella propria scuderia gli italiani Icy Steel, gruppo proveniente dal Nord Sardegna. I nostri seguono alla lettera il manuale del perfetto “true metal” tanto da avere una produzione sporca e molto retrò, che rende prefettamente l’atmosfera di quel periodo d’oro per la nostra amata musica.
Non si trova pertanto nessuna sofisticazione tastieristica, nessuna batteria che suoni finta; le uniche concessioni sono alcuni interventi di cavalli, battaglie, campane, forgiature di armi, ecc.
La musica dei quattro sardi mi ricorda in particolare i Manowar degli esordi misto a un po’ di Iron Maiden: mai veloci, molto melodici ma sicuramente incisivi nei riff e nelle atmosfere battagliere.
Molto belle in particolare “The Man Without End”, l’incedente “Secret Of Rune”, la grintosa “I See Steel” e la battagliera “Corrupted King”, anche se tutto l’album è di sicuro valore.
Apprezzerete molto questo lavoro nonostante è evidente l’inesperienza del gruppo che deve anche affinare ancora la scrittura dei brani che in alcuni momenti perde molto in incisività distraendo l’ascoltatore. I brani lunghi e sofisticati sono quelli che nel complesso rendono di più.
Altra grossa pecca è il pessimo inglese di Galeano che rende a tratti fastidioso l’ascolto; consiglio veramente di lavorare di più sulla pronuncia a tutto beneficio della buona riuscita dei brani. Eh si perchè a parte i cali di qualità, trascurabilissimi per un gruppo emergente, ma di sicuro valore, una pronuncia migliore avrebbe permesso di alzare notevolmente la qualità dei brani. Manca veramente poco al gruppo per realizzare un ottimo album, cosa che non tarderà ad arrivare.