Sarebbe ingiusto, a mio parere, stroncare una band giovane, musicalmente molto dotata, per il semplice fatto di essere un ennesimo clone dei ben piu’ famosi Children Of Bodom. Probabilmente la giovanissima età degli Imperanon (si parte dai 18 anni!!) e il grande successo in patria dei loro idoli hanno profondamente influito sulla composizione dei vari brani del loro debut “Stained”.
Il genere penso sia ormai noto a tutti, ovvero grandi riff di chitarra, sweep e armonici come se piovesse, tastiere prepotenti e voce al vetriolo in un misto di black metal e passaggi neoclassici.
A salvare gli Imperanon ci pensano alcuni brani come “Memories To Dust” oppure “Sold”, dove oltre ad ammettere che la loro tecnica è notevole, riescono a proporre dei brani molto trascinanti pur mantenendo le caratteristiche musicali descritte prima. Un tentativo, ben riuscito, di evadere dai canoni è la classicheggiante “Hollow Man”, cadenzata e ben arrangiata e con il singer Sihvonen che sfoggia una buona voce pulita, che almeno lascia intravedere un tentativo di sperimentare nuove strade.

A parte il voto, dovuto per lo piu’ alla proposta di un genere che ormai ha troppi proseliti e imitatori, gli Imperanon mostrano delle caratteristiche che a mio avviso gli permetteranno di riuscire a scrollarsi di dosso questa dipendenza per trovare un loro sound.
Intanto questo “Stained” è un discreto biglietto da visita.

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