Come molti sapranno “The Jester Race” e’ un disco uscito da tempo (nel 1995). Ora e’ stato ristampato in digipack dalla Nuclear Blast con tutto l’ep “Black-Ash Inheritance” in aggiunta. E’ meritevole di attenzione tutto cio’?
TJR e’ un disco storico per il death melodico (so che per molti questa definizione e’ sbagliata, ma ormai e’ accettata universalmente, per cui la usero’ anche io), ed e’ anche considerato il miglior lavoro degli In Flames, alfieri della commistione tra suoni tipici del metallo classico e cantato in growl. Ancora oggi molti gruppi tentano, senza riuscirci, di ricrearne l’alchimia (non gli IF pero’, che si stanno spingendo verso altre direzioni), ma e’ forse possibile comporre un’altra “Moonshield”, opener del disco e capolavoro assoluto del gruppo? Come ripetere il suo accostamento di arpeggi e sfuriate, come ricreare la sua alternanza di calma ed esplosioni? Oppure come scrivere una gemella della bellissima “Artifacts of the black rain”? Ma in fondo perche’ mai bisogna creare delle copie quando abbiamo gia’ gli originali… Certo,questi sono i due brani migliori, due gemme rare, ma anche il resto del lavoro e’ indubbiamente notevole…
Insomma, c’e’ poco da dire su questi dieci brani che, pur non essendo tutti della stessa caratura, costituiscono nella loro interezza un disco compatto (con i due picchi sopra citati) e micidiale, capace di fondere melodia ed energia in parti uguali. Non ci sono scusanti, se vi piace il genere questo e’ un disco assolutamente irrinunciabile…
E le quattro tracce bonus? L’ep (originariamente uscito tra “The Jester Race” e “Whoracle”) non e’ certo un lavoro imprescindibile. “Goliaths disarm their Davids” e’ carina, ma le sue idee saranno sviluppate meglio su “Colony”. “Gyroscope” e’ la canzone che poi finira’ su “Whoracle”, decisamente buona ma si trova anche su quell’album. Piacevole e nulla piu’ il Medley acustico con tutti i suoi arpeggi( adoro quando gli IF li fanno, peccato che li stiano abbandonando nei nuovi lavori…). Decisamente trascurabile la versione live di “Behind space”.
In conclusione se gia’ vi siete dotati da tempo di questo disco non c’e’ nessun bisogno di procurarsi la ristampa, ma se ancora non lo avete (e vi piace il death melodico) correte subito nei negozi e fate vostro il digipack!!!
Una nota curiosa in chiusura… perche’ mai nella copertina avranno zoomato sull’astronave, tagliando parte del paesaggio attorno (come si puo’ notare anche dalla firma di Marschall rimasta a meta’), quando la versione originale era molto piu’ bella? Mah…