Piccatu è il nuovo disco dei siciliani Inchiuvatu, album che ha suggellato in maniera molto positiva la fine dell’anno. Già da un primo ascolto è facile rimanere colpiti dalla maestria compositiva, che si regge su un intrigante intrecciarsi di melodie, cori, voci e suoni dal sapore tradizionale e surreale: flauti si rincorrono seguiti da pianti di bambini, interrotti qua e là da quel caratteristico rumore dolce e cristallino di ninnoli, tutto retto da una base black sinfonica inimitabile. Queste componenti, amalgamandosi fra loro, creano un’atmosfera caleidoscopica, che riflette scorci diversi, e che a ogni ascolto offre dei particolari nuovi e sorprendenti. Agghiastru, factotum Inchiuvatu, è riuscito a creare un percorso musicale affascinante per il suo potere di irretire l’ascoltatore in tregende dall’animo mediterraneo dove tradizione, storia e credenze si fondono in un sabba oscuro e onirico. Ma fin qua niente di nuovo in casa Inchiuvatu.
Quello che semmai fa differire questo lavoro dai precedenti è l’aspetto più compatto che presenta questo album, senza mai però perdere la teatralità e melodia che ha fatto conoscere in passato questo gruppo. I testi delle nuove preghiere malefiche sono, come di consueto per la band, in dialetto siciliano e al canto maschile si unisce a tratti una azzeccatissima voce femminile che rende più eteree e stregate le melodie che sfiora (si ascolti anche solo l’intro “Lustru” per verificarlo).
Molti sono gli episodi affascinanti di questo lavoro, da “Piccatu”, energica e con spunti talvolta più death oriented che black, passando per “Animacula”, la più sottile, pittoresca e melodica dell’album, fino ad arrivare al degno epitaffio con “Curu’”, brano malinconico e rassegnato che conclude splendidamente questo viaggio attraverso il peccato.
Un album quindi che conferma i siciliani nella loro veste teatrale, che a volte ricorda addirittura forme lontane di istrionismo quali quelle degli sloveni Devil Doll. L’aspetto che rende probabilmente più diretta quest’opera è l’inserimento più riuscito di soluzioni death, che mitigano solo in piccola dose il carattere tradizionale di questa musica.
Una traversata funambolica nel folklore nostrano e nelle regioni del “piccatu”.