Registrato nel lontano Canada, paese che in verità ha donato pochi esempi veramente considerevoli di band dedicate al genere proposto dai Nostri, arriva il debutto degli italianissimi Insane, gruppo che sembra essere stato risucchiato da qualche oscuro gorgo spazio-temporale verso la metà dei gloriosi anni ottanta per essere poi dallo stesso risputato in maniera immacolata ai giorni nostri.
Questo trio di Civitanove Marche infatti, incurante delle mode odierne e di tutti quegli ammennicoli che infestano la nostra musica (non ultima la ricerca a tutti i costi di qualcosa che possa stupire e shockare), ci regala un album di incontaminato e devastante thrash metal come da tempo non capitava di sentire ad un metallaro canuto come il sottoscritto. Nei trentaquattro minuti scarsi che compongono questo “Wait And Pray” non c’è un attimo di tregua nè spazio per facili melodie, solo chitarre caustiche, ritmiche serrate, una voce al vetriolo, una batteria pulsante ed esplosiva che convogliano in un uragano metallico che spazzerà via chi di voi gli si avvicinerà incautamente e che farà sicuramente gridare di gioia gli amanti dei primi gruppi dediti al genere apparsi sul pianeta.
Cresciuti sicuramente a pane e thrash, i tre marchigiani mostrano una devozione totale ai sacri dettami del genere, e se durante l’ascolto non si può evitare di rievocare i nomi storici più ovvi (gli Slayer spuntano addirittura in maniera sfacciata (non vi dice niente il logo del gruppo?), ma anche Exodus e la sacra triade crucca) non si può non rimanere estranei alla passione tangibile che li anima e al sincero impeto con il quale ci investono dall’inizio alla fine del loro lavoro.
Inutile citare un brano su un altro e anzi difficile trovarne uno inferiore/superiore agli altri se non per motivi puramente soggettivi, cosa che la dice lunga sulla compattezza e sulla validità di questo esordio discografico, esordio per il quale gli Insane non hanno sbagliato assolutamente niente, azzeccandone perfino la durata (in perfetta linea anche questo con le produzioni di venti anni fa), che impedisce al cd di risultare stancante e ripetitivo, come invece accade per molte delle produzioni thrash-death di stampo nordeuropeo degli ultimi anni.
Nessun dubbio quindi: un must per tutti gli amanti del genere.