Tra tutti gli invitanti appuntamenti che lo scenario metal ci ha riservato in Italia per il mese di Novembre, abbiamo senza dubbio INTO DARKNESS, concert tour europeo targato Rock the Nation, che per la prima volta approda nel nostro paese, facendo un’unica tappa all’Estragon di Bologna.
Cosi, anche l’Italia viene contaminata dagli oscuri suoni degli abissi musicali: il malinconico doom, le influenze gotiche e le forti note industrial riempiono l’atmosfera nella notte del 15 Novembre.
Si tratta indubbiamente di sonorità “nuove” per le orecchie italiane, non ancora ben conosciute ed apprezzate , sonorità con cui ancora manca quella confidenza, tale da rendere il pubblico impaziente e caloroso ancora prima dell’apertura delle porte.
Ed infatti è ormai giunta l’ora dell’apertura, ma i fans che attendono fuori sono davvero pochi; nonostante questo, il concerto ha inizio. La prima band che si esibisce sono gli Scar Of The Sun, giovane band ellenica proveniente da Atene; i brani proposti sono per lo più relativi a “A Series of Unfortunate Concurrencies” primo ed unico, ad oggi, full -lenght della band uscito nel 2011. Si tatta di un gothic/doom metal, fortemente influenzato dalle sonorità più leggere del death. La performance musicale è buona, la tecnica non ha nulla da invidiare ad altre band, nonostante questo manca il coinvolgimento ad alti livelli del pubblico, e l’esibizione risulta un po’ “fredda”.
Ed ora è il turno degli svedesi Lake Of Tears, carismatici ed impeccabili, propongono un setlist d’impatto, con pezzi come “Taste of Hell”, “Raven Land”, “House of the Setting Sun “ e per finire “Crazyman” con la quale il quartetto saluta il pubblico acclamante . Sono 40 minuti circa di ottimo doom metal, con influenze per lo più prog e death. Performance e setlist riscuotono un gran successo tra il pubblico che, nel frattempo, è praticamente raddoppiato.
Dopo il consueto riadattamento del palco, entrano in scena i finlandesi Swallow The Sun. La band, attiva musicalmente da ormai 12 anni, ci propone un death/doom metal dai ritmi lenti e tinte tenui. Le luci soffuse ed il fumo artificiale accentuano l’atmosfera oscura che proviene dal nord. Il set list è di tutto rispetto, un mix equilibrato tra vecchie e nuove song, tra le quali “Emerald Forest and the Blackbird” con cui aprono lo show, “ Descending Winters”, “Hold This Woe”, e “ Night Will Forgive Us” con la quale chiudono. E il secondo appuntamento della band su palchi italiani, ed anche questa volta riscuotono il successo che meritano. Tecnicamente davvero impeccabili sanno coinvolgere il pubblico con le loro inconsuete sonorità.
Dopo la super performance made in Finland, passiamo ad altra area geografica, ed ecco che salgono sul palco gli acclamatissimi portoghesi Moonspell. Ribeiro e compagni, storicamente carismatici e coinvolgenti, scuotono gli animi del pubblico con un setlist da brivido. Già dalle prime note di “Axis Mundi”, pezzo di apertura, il pubblico manifesta con calore la sua approvazione. La risposta positiva continua ed aumenta progressivamente con “Alpha Noir”, Lickanthrope”, “En Nome Do Medo”, tutte song tratte dall’ultimo full-lenght della band, fino al delirio totale quando vengono proposte “Vampiria” ed “Alma Mater”, appartenenti al primo album dei Moonspell, Wolfheart uscito nel 1995, che è considerato a tutt’ oggi uno dei migliori album nella storia della band. In chiusura dello show una magistrale esibizione di “ Full Moon Madness” .
Il pubblico a questo punto è davvero esaltato ed accoglie i Pain, ultima band della serata, con grande calore. Di stampo svedese, con il loro industrial metal tengono alto il livello dell’adrenalina nel pubblico fino alla fine. Ottime presenza scenica e setlist tra cui annoveriamo song come “Dirty Woman” e “We Come In Peace”, e pezzi storici quali “Same Old Song” e “Shout your Mouth” che rispettivamente hanno aperto e chiuso lo show. Il tutto ben condito da un Peter Tägtgren carico e ben disposto ad interagire con il pubblico. Lo spettacolo si rivela di qualità, e conclude degnamente la data italiana di Into Darkness.
Decisamente si tratta di un altro successo per la Rock the Nation, per le band che si sono esibite e ci hanno regalato ore intense di divertimento puro, e per il locale ed organizzazione che hanno ospitato l’evento.