Dunque dunque dunque, eccoci davanti all’ultimo lavoro in studio dei leggendari “Neo-Prog Rockers” IQ, inglesi, attivi da due decadi, vantano una discografia di venti album tondi-tondi (compreso quest’ultimo “Dark Matter”) e sono stati accostati spesso a (grandi) band quali i primi magnifici Genesis e ai Marillion, una indubbia realtà che ha spinto con il passare degli anni gli IQ a tentare e a sperimentare fino a trovare un proprio “marchio di fabbrica”, un proprio sound che li rendesse unici.
Il tentativo direi che è riuscito molto bene, l’obbiettivo è stato centrato appieno (anche se lo spettro dei Genesis ogni tanto aleggia qua e là), ma soltanto una cosa non mi convince totalmente: la voce di Peter Nicholls proprio non riesce ad adattarsi, a mio parere, alle composizioni molto ben studiate ed arrangiate della band (nulla di nuovo o originale sia ben chiaro)… possibile che nessuno in tutto questo tempo abbia avuto quest’impressione???
..ma passiamo oltre..
L’album si snoda in cinque track (l’ultima dalla durata di quasi venticinque minuti), tutte e cinque dinamiche, melodiche e molto “progressive rock”; basta ascoltare la prima song “Secret Ground” per aver un’idea di quello che intendo dire: abbondanza di effetti d’organo, svariati cambi di tempo, avvincenti melodie che si alternano a momenti più atmosferici dove le tastiere fanno da padrone, insomma gli ingredienti e la classe non mancano assolutamente (se non fosse per la voce, porcaccia..)
La seconda traccia si apre con il dolce suono della chitarra acustica che dopo poco viene accompagnato dalle tastiere dal sound estremamente tranquillo che rende questa “Red Dust Shadow” particolarmente piacevole e rilassante.
Per la successiva “You Never Will” non c’è poi molto da dire apparte un notevole keyboard solo.. Ecco invece la canzone che più mi ha affascinato, anche se magari può non essere considerata la migliore dell’album: “Born Brilliant”, la più Pink Floydiana track che gli IQ abbiano mai composto… se provate ad aggiungere effetti industriali durante la prima manciata di secondi ecco che le idee si schiariscono… “Welcome to the Machine” oserei dire…
Dulcis in fundo ci si para davanti la (direi) mastodontica song che chiude l’album.. è il caso di dire che qui la qualità è direttamente proporzionale alla quantità e di fatti quest’ultima traccia è considerabile una delle migliori song che la band abbia scritto; per “Harvest of Souls” ci sarebbero centinaia di sfumature da descrivere.. di fatti è un lavoro che vi lascio, se non altro per il gusto di scoprire da voi un band meritevole di ascolto.
Nonostante tutto il mio voto non potrà essere troppo alto a causa della voce.. gravissimo handicap della band, a mio avviso, e per quanto mi riguarda è veramente un peccato perché questo “Dark Matter” ricco di melodie, di ottime idee e molto meritevole di ascolto sarebbe potuto essere una vera perlina da aggiungere alla collezione di tutti i fans del progressive rock.
VOTO: (Divisibile in due parti)
Musica/Arrangiamenti: 7.5
Voce: 5.5