Oltre dieci anni di carriera passati a soprevvivere con passione nel vero underground ancora con la speranza di un’etichetta. Passione e talento sono gli Ira, una delle tante belle realtà del sottobosco italico. A voi il resoconto della nostra chiacchierata con Rex.
Ciao ragazzi! Benvenuti su Heavy-Metal.it!
Grazie per questa opportunità di far sentire la nostra opinione.
Siete una band con una discreta esperienza ma relativamente giovane. Non vi chiedo la solita tediosa presentazione ma di illustrare, per chi non vi conoscesse, le motivazioni artistiche e musicali che si celano dietro il nome IRA.
Il nostro scopo principale nel fare musica è sfogarci, la voglia di suonare è nata per quel motivo, quando eravamo solo ragazzini incapaci di impugnare lo strumento. Poi , crescendo, si è aggiunto il bisogno di comunicare la nostra rabbia. Molti testi trattano argomenti di attualità che ci colpiscono e ci fanno riflettere. Stilisticamente e artisticamente, si può dire che siamo nati con il nostro ultimo lavoro e stiamo crescendo, fin ora ci siamo imposti di trovare una linea guida, e l’abbiamo trovata grazie ai Death.
Che reazioni ha suscitato ‘Chaotic Regression’? Vi potete ritenere soddisfatti delle risposte ottenute?
In generale si, e chi non, la media dei voti è tra il 7,5 e l’8. A dir la verità non ci aspettavamo una risposta così buona, sapevamo di aver scritto pezzi con un capo e una coda, ma abbiamo ricevuto molto i più di quello che ci aspettavamo.
Per quanto mi riguarda, ho criticato al disco un’eccessiva devozione ai Death che inficia la personalità ed il risultato del disco. Essendo voi autori di quei brani, penso discordiate con il mio parere. Volete approfittare del “palco” dell’intervista per replicare?
Non posso darti torto, i Death hanno influito tantissimo nella mia crescita musicale, che è risultato impossibile non far sentire la loro influenza. Ho avuto da ridire con altri che ci accusavano di aver plagiato, o di essere dei loro cloni, cosa che non accetto minimamente. Un conto è riproporre uno stile musicale, un’altro è rubare dei riff, cosa che non abbiamo fatto.
Di quel disco mi è, invece, particolarmente piaciuta la conclusiva ‘Other Dimension Of Reality’, in cui si riconosce il vostro stile ma che mostra innegabilmente uno stile diverso dalle altre. Una mia errata interpretazione, un esperimento o le prove generali per il futuro ormai prossimo.
Grazie per il complimento, a questa domanda non c’è una vera risposta. Per noi ogni brano è come una dimensione a se stante, il prossimo cd non c’entrerà quasi nulla con “Chaotic”. A nostro giudizio. “Other Dimension” è in assoluto il brano più tecnico del CD ed è la canzone che ci ha creato più problemi nella fase di stesura, abbiamo perso davvero tanto tempo per rifinirla e farla venire così. Anche il cantato si discosta dalle altre, essendo più tenebroso e gutturale; si può dire però, che non è stata pensata per essere il futuro, tra l’altro “Shattered soul” è stata scritta successivamente.
Cosa cambierà con ‘Dawn Of World Redemption’? Quanta dell’anima che aveva caratterizzato ‘Chaotic Regression’ si ripresenterà nel nuovo promo?
La principale differenza da “Chaotic” è che ora siamo un gruppo, con un’anima comune e l’affiatamento giusto, purtroppo nel 2005 non avevamo il bassista e con Patrik non c’era un gran feeling, tutte cose che hanno influito sul risultato finale.
D.O.W.R. è compatto, ogni strumento ha il giusto risalto, compositivamente e tecnicamente siamo cresciuti molto, e credo che sta volta la nostra anima esca fuori in pieno. In definitiva ci sono più IRA che Death nelle canzoni.
Avete già provato qualche nuovo pezzo dal vivo? Come ha risposto il pubblico?
Si, è da un pezzo che li suoniamo ormai. Il responso del pubblico è sempre positivo, la gente rimane a sentirci con piacere viene coinvolta dalla musica, non sopporterei di suonare per qualcuno che si fa gli affari suoi, e per fortuna capita raramente.
La Kick Promotion sembra credere molto in voi. Come giudicate il lavoro di promozione di quest’agenzia?
Sono dei grandi! Si, è vero, loro ci stanno spingendo a dare di più, grazie a loro stiamo scoprendo di valere qualcosa e lo sta scoprendo anche parte dell’Italia e del mondo. Pubblicitariamente parlando, è grazie a loro che stiamo facendo interviste come questa, ne abbiamo avute anche varie in radio, in giro per l’Italia, poi recensioni, ecc. Sicuramente, grazie a loro e a myspace, stiamo allargando a macchia d’olio il giro di conoscenze e di chi ci conosce, cosa davvero importante.
Ancora a proposito di Kick. Se doveste sponsorizzare delle band “compagne d’agenzia”, che nome fareste?
Sicuramente gli Iside Process e La Menade stanno andando molto forte, con tour e partecipazioni importanti, ma purtroppo non abbiamo avuto il piacere di conoscerci, quindi non posso parlarne oltre. Altre band che stanno spaccando sono i Suburban Base e Sudden Death.
Due dei membri fondatori della band, Rex e Mattia, ne fanno ancora parte dal lontano 1997. Una vicinanza notevole! Cosa vi unisce al di fuori del gruppo e quando posate gli strumenti?
L’amicizia è troppo poco? Sicuramente la Play Station, siamo due maniaci del calcio, a volte si fa nottata a sfidare gente di tutto il mondo in rete. Siamo seri, semplicemente siamo grandi amici, del tipo si litiga di brutto, e l’attimo dopo è tutto a posto. Siamo andati in vacanza insieme talmente tante volte e abbiamo passato tante di quelle esperienze insieme, che a volte, non dobbiamo neanche parlare per capirci.
Si accusa spesso il metal italiano di essere “esterofilo” e di dare poca attenzione agli ottimi prodotti di casa propria. Per quanto vi riguarda pensate di aver ricevuto sino ad oggi l’attenzione meritata? E se poteste farlo, cosa più di ogni altra cosa cambiereste della scena italica?
Chi può negare che verso le band italiane ci sia del razzismo musicale ?Nessuno. Per quanto ci riguarda si potrebbe fare di più, parlo dei concerti; la gente non si muove cazzo! Finchè si tratta di chiacchiere, sono tutti presenti e pronti a dirti quanto sei bravo o a chiederti quando suoni. Poi li inviti ai concerti e non si vede nessuno! Ma allora?! Con la situazione che vige nei locali oggi, ovvero che devi fare il musicista PR gratis, non ne usciamo più, la situazione si traduce in locali vuoti ai concerti e gestori sempre meno invogliati a far suonare. Bisogna cambiare l’atteggiamento delle persone, prima di tutto per poter cambiare il resto.
Come già detto, siete una band alquanto navigata e fedele all’underground, ma, da bravi musicisti, avrete sogni o quantomeno obiettivi desiderati. Tra questi quali sono quelli che ricorrono più spesso?
Avere un’etichetta, pubblicare un disco e fare un tour all’estero, tanto per iniziare, poi soldi, fama, donne, droga, alcool ecc. No, seriamente, stiamo cercando un’etichetta che ci aiuti nella produzione del primo disco, che è in preparazione, il resto vien da se.
Al contrario; quale motivo vi indurrebbe a smettere di suonare? In questi dieci anni ci avete mai pensato?
Attualmente penso nessuno, se il gruppo rimane saldo e con la stessa line-up, non credo ci saranno problemi. Pensando al passato, c’è stato un momento critico, in cui siamo rimasti in due, ma ci siamo fatti forza e ora non vogliamo mollare.
Suonando un certo tipo di death metal, non potete essere che affascinati ed influenzati dal sound di una band come i Cynic. Cosa pensate del loro ritorno e quanta genuinità gli attribuite?
Ho ricevuto questa notizia per passaparola, e la prendo come una cosa buona, come per gli Atheist, sicuramente c’è una mossa commerciale dietro, ma la cosa importante è che con le loro riunioni, forse si riuscirà a far tornare la luce sul thecnical death metal, genere soppiantato dal brutal. Credo anche che ci sia anche una rivalsa, ai tempi, queste due band non sono state valorizzate a dovere, non è possibile fare un disco come “Focus” e scomparire nel nulla; idem per gli Atheist, personalmente prendo questa notizia come manna dal cielo.
Come consuetudine vi lascio lo spazio per concludere l’intervista aggiungendo ciò che volete.
Prima di tutto, grazie per averci dato la possibilità di spiegarci, credo sia importante affiancare alle recensioni un’intervista, così tutti si chiariscono le idee. Grazie a tutti quelli che credono in noi e nella nostra musica, non vi deluderemo. Vorrei chiudere con un’appello alla gente di tutt’Italia. Supportate la musica di casa nostra, dobbiamo essere uniti per cambiare le cose; credo che sarebbe un piacere per tutti sapere che dei paesani esportano arte all’estero! Cazzo siamo il paese della musica, sono gli altri ad aver imparato da noi.