Gli Iridio sono un duo italiano che propone una miscela di una specie di musica celtica/etnica ed elettronica. Il loro debutto “Waves Of Life” suona interessante (tra l’altro la voce femminile, essendo anche la cantante dei Beholder, e’ gia’ nota al pubblico metal), seppur sembri ancora un po’ immaturo… Abbiamo contattato il gruppo per una chiacchierata, ecco cosa ne e’ venuto fuori…

Ciao ragazzi!! Benvenuti su Heavy-Metal.it, iniziamo subito l’intervista… Parlateci un po’ della storia degli Iridio, di come sono nati e di come sono giunti ad oggi…
Ciao a tutti! Allora, possiamo direi che il progetto Iridio ha iniziato a prendere forma nel 2002, quando abbiamo deciso di unire le nostre esperienze musicali con l’obiettivo di dar vita ad un nuovo sound. Entrambi abbiamo alle spalle una lunga attività musicale.. abbiamo suonato un po’ di tutto e Franz si occupa di sound engineering da molto tempo.
Abbiamo dato vita a Iridio perché volevamo creare una musica nuova, che fosse in grado di fondere atmosfere anche molto diverse tra loro e che, soprattutto, fosse capace di risvegliare emozioni profonde in noi e nell’ascoltatore. Inizialmente abbiamo registrato un CD singolo promozionale del brano The Windy Shore e l’abbiamo mandato a numerose case discografiche italiane e straniere. Ci hanno contattato in molti chiedendoci altro materiale e così abbiamo realizzato un secondo CD promozionale.
Abbiamo vagliato tutte le offerte e, alla fine, abbiamo optato per Dragonheart (che per produrre Waves Of Life ha addirittura creato una sotto-etichetta specializzata in musica celtica/ambient chiamata Standing Stones). E’ un’etichetta molto seria e competente e siamo certi che svolgerà un ottimo lavoro.

Descriveteci un po’ la vostra musica, come la vedete… e poi, cosa e’ la musica per voi ?
Consideriamo la nostra musica come un viaggio. Un viaggio tra diverse culture e diverse epoche;
è la melodia ad unire elementi apparentemente così diversi come gli strumenti acustici e quelli elettronici. Per noi la musica deve innanzitutto coinvolgere e interessare, evocare qualcosa di personale nell’anima di ciascuno e allo stesso tempo deve procurare un comune senso di piacere.
La musica è questo: in fondo non la si può toccare, non la si può neppure vedere, ma ciò nonostante riesce a suscitare emozioni così vere e reali da sorprendere ogni volta….

Parlateci un po’ della storia dietro “Waves Of Life”, di come e’ “nato e cresciuto”…
Il punto di partenza è stato la creazione di un sound nuovo e raffinato che fosse in grado di fondere antiche melodie attinte dalla tradizione popolare e sonorità moderne.
Ogni brano è un mondo a se’, ma tutti rientrano in quest’ottica di ricerca stilistica e sonora.
Abbiamo voluto creare un disco capace di condurre l’ascoltatore lungo un “viaggio spirituale” attraverso una dimensione senza tempo e senza confini, un mondo fatto di pura emozione in cui abbandonarsi e sognare.
La gestazione del disco è stata molto lunga: ci abbiamo lavorato su più di un anno perché volevamo prestare la massima attenzione ad ogni dettaglio: dalla musica alla grafica, dalle foto alla traccia video inserita nel CD.

C’e’ qualche brano a cui siete legati in maniera particolare ? Come nascono i vostri pezzi ?
In realtà siamo legati ad ogni brano perché ciascuno di essi ha una storia particolare, dall’ideazione al mixaggio… Forse quello che ascoltiamo con più emozione è Silent Song perché è quello che maggiormente rappresenta la nostra idea di fusione tra strumenti acustici ed elettronici… Siamo anche molto legati a The Windy Shore perché è il brano che ha dato il via a quest’avventura: è stato il primo che abbiamo composto e quello che ci ha procurato i primi contatti con le diverse etichette discografiche tra cui, come abbiamo detto, Standing Stones che poi abbiamo scelto per la realizzazione del disco.
A volte è un suono, a volte una sensazione, uno stato d’animo, un’ idea in testa che vuole essere rappresentata da una linea melodica; altre volte, il brano nasce dalla specifica intenzione di rappresentare quel determinato “mondo”, o dal forte richiamo di antiche atmosfere della tradizione popolare.

Quale vi aspettate sia il bacino di utenza di “Waves of life” ? Chi pensate possa apprezzarlo ?
Crediamo che Waves Of Life sia un disco molto “trasversale”: non è classificabile in un genere preciso e trae ispirazione da fonti e stili molto diversi, quindi può piacere a persone che ascoltano diversi tipi di musica. Inoltre crediamo che la musica folk e tradizionale abbia un ascendente molto forte su chiunque ne venga a contatto, anche se non si è ascoltatori abituali di questo genere. Questo perché è una musica profondamente radicata nella nostra cultura, con melodie e suoni che, più o meno direttamente, appartengono al bagaglio culturale di tutti noi.
Quando ascoltiamo un pezzo di musica folk lo sentiamo immediatamente “nostro”, vicino alla nostra sensibilità ed è difficile non lasciarsi coinvolgere. La base su cui poggiano tutti i brani di Waves Of Life è costituita proprio da questo tipo di musica e per questo motivo crediamo che persone con gusti musicali anche molto diversi possano apprezzarlo e trovarlo interessante.

Sebbene l’elettronica sia presente praticamente in tutte vostre composizioni, “My (dream)world” ha un approccio piu’ “danzereccio” (che non mi dispiace, tra l’altro) del resto del disco… e’ stato un esperimento o avete intenzione di “esplorare” in questa direzione ?
Nel contesto dell’album questo brano rappresenta la parte più “estrema” del viaggio: la struttura, i suoni e l’arrangiamento più elettronici si sposano alla perfezione con un testo più introspettivo e dalla tematica più complessa rispetto agli altri: esso infatti analizza il tema del sottile confine tra sogno e realtà. A nostro avviso, questo concetto può essere efficacemente evocato da strumenti sintetici, in grado di generare suoni ed effetti non convenzionali, più facilmente riconducibili ad un mondo indefinito e “irreale”.
Il progetto Iridio è si influenzato dall’elettronica, ma rimane imprescindibilmente legato all’uso di strumenti acustici. I prossimi lavori ricalcheranno certamente questa impronta senza però chiudere la porta a creazioni più “estreme” nella scia di “My (dream)world”.

Oltre al brano di cui sopra un altro pezzo che mi ha piacevolmente colpito e’ “New world child”, avete qualcosa da raccontare su questo? Tra l’altro ho l’impressione che i pezzi un po’ piu’ “allegri” siano quelli in cui vi esprimete meglio…
E’ sicuramente un brano dalla forte connotazione etnica e ispirato ai ritmi e alle melodie tipiche della tradizione indiana. Un aneddoto riguardante questo brano è che inizialmente volevamo registrare un parlato in lingua Tamil (un dialetto usato in Sri Lanka), ma poco prima della registrazione la persona che avevamo contattato è dovuta partire urgentemente per il proprio paese.. Valentina ha provato a interpretare la parte, ma la lingua in questione era molto difficile da pronunciare e avrebbe rischiato di non risultare credibile. Così abbiamo preferito abbandonare momentaneamente quest’idea e riservarla, magari, per un prossimo brano.

Quale e’ il vostro atteggiamento riguardo ai testi? Li ritenete importanti, come prendono forma?
Valentina: A questa domanda ti rispondo direttamente io, dato che i testi del disco sono opera mia. Io generalmente parto dalla musica perché avere una metrica da dover rispettare mi aiuta a sintetizzare le idee e a focalizzare ciò che è davvero importante da dire. Sembra un controsenso, ma invece è proprio così: una volta che è stata definita la melodia scrivo le parole.
L’unico brano per cui è avvenuto il processo inverso è Moondust, il cui testo, però, era nato come una poesia ed era quindi legato, di nuovo, a una metrica precisa. Per me i testi sono importantissimi e, a livello di espressione delle sensazioni e delle emozioni, hanno la stessa importanza della musica.

Quale musica ascoltate? E quali artisti pensate possano esercitare influenze su di voi?
Siamo decisamente poliedrici perché ascoltiamo dalla musica classica alla musica elettronica, dal metal al folk.
Pensiamo che l’ascolto di un genere piuttosto che un altro sia molto influenzato dall’umore e dall'”occasione” in cui ci si trova. I dischi più “consumati” in questi ultimi periodi sono stati sicuramente quelli di Loreena Mc Kennit, dei Theatre of Tragedy e delle varie colonne sonore dal Signore degli Anelli a Matrix.

…e quali sono le vostre fonti di ispirazione non “musicali” ?
Pensiamo che ogni cosa possa stimolare la fantasia creativa: un paesaggio, un quadro, un film, un libro, ognuno di questi soggetti ha un cuore che batte e che può essere colto e rappresentato da suoni e melodie.

Un appunto voglio farvelo… ho visto le foto che ci sono sul vostro sito (presenti anche nella traccia dati del cd)… non vi sembra che abbiate scelto un’immagine un po’ pacchiana ? E, gia’ che ci siamo, non trovate che qualche passaggio del cd sia un po’ troppo stucchevole?
Il nostro intento è quello di puntare su un’immagine molto connotata, che rispecchi le atmosfere presenti nella nostra musica. Di qui la scelta di un abbigliamento “da favola” completamente slegato dalla realtà quotidiana.
Pensa che l’abito di Valentina è ispirato ai meravigliosi vestiti creati per Arwen ed Eowyn nella versione cinematografica de “il signore degli anelli”!! Anche la scelta del luogo in cui scattare le fotografie da inserire nel booklet è dipesa da questo desiderio di ricreare un mondo irreale e “magico”. Il filmato enfatizza ulteriormente questo aspetto proponendo immagini ritoccate digitalmente al computer.
Il nostro obiettivo è rompere tutte le catene che ci legano alla realtà quotidiana ed entrare in un’altra dimensione fatta di sogni ed emozioni.

“Waves of life” e’ un cd gia’ interessante, ma ho come l’impressione che dobbiate un po’ trovare la strada, ascoltando i pezzi mi rimane la sensazione di un qualcosa di ancora acerbo… che ne pensate ?
In “Waves of life” abbiamo deciso di unire più strade, più stili e più ambientazioni; è un modo per “parlare più lingue” e per generare più emozioni. Ogni brano è il frutto di un lungo lavoro di ricerca, di composizione e di precise scelte stilistiche; l’intera creazione del disco ha richiesto un impegno di molti mesi e crediamo che l’album esprima questa completezza e questa attenzione ai dettagli.

Valentina canta anche nei Beholder, c’e’ qualche rapporto tra quella band e gli Iridio, sono due cose separate, ci sono problemi di gestione o invece dallo scambio nasce un qualche tipo di stimolo, o cosa ?
Le due realtà sono assolutamente indipendenti l’una dall’altra, anche perché parliamo di due generi musicali che non hanno nulla a che fare tra loro. Sono come due binari che procedono parallelamente senza interferenze e senza particolari contatti. L’unico legame tra Iridio e Beholder è dato dal fatto che alcuni membri del gruppo hanno partecipato alla realizzazione di Waves Of Life in qualità di musicisti “ospiti”.

Questa intervista finira’ su una webzine… cosa ne pensate del lavoro degli appassionati che dedicano molto del loro tempo libero a queste cose ? E quale e’ la vostra opinione sul ruolo di internet nella diffusione della vostra musica ?
Riteniamo che il lavoro degli appassionati sia fondamentale per la diffusione e lo sviluppo della musica. Non possiamo che ammirare e ringraziare tutti coloro che svolgono questa attività con passione e impegno anche perché molto spesso svolgono un servizio di altissima qualità, a volte anche superiore rispetto alle riviste e ai media “ufficiali”. Per quanto riguarda internet crediamo che possa essere un ottimo strumento di promozione soprattutto per gli artisti emergenti.

Avete intenzione di suonare dal vivo a breve ? Quale e’ il vostro rapporto con la musica suonata dal vivo ?
Entrambi abbiamo molta esperienza in fatto di “live” e siamo convinti che proporre la propria musica in questa forma sia il modo più diretto per trasmettere le emozioni e le sensazioni che hanno accompagnato l’intera produzione.
Stiamo pensando ad un modo particolare e coinvolgente per eventuali esibizioni dal vivo, ci auguriamo al più presto di avere occasioni per realizzarlo.

Una cosa che dico sempre alla fine di un’intervista… se c’e’ qualcosa di cui volevate parlare e che non e’ stata chiesta, ora e’ il momento di dirla!
Vorremmo solo cogliere l’occasione per ringraziare pubblicamente tutti gli artisti (musicisti, grafico, webmaster, fotografo ecc.) che hanno contribuito alla realizzazione di questo disco con tanta passione e professionalità.

Siamo giunti alla fine, grazie per l’intervista (spero sia stata di vostro gradimento)… ora potete dire quello che volete ai nostri lettori!
Innanzitutto grazie per aver letto quest’intervista. Vi aspettiamo sul nostro sito ufficiale all’indirizzo www.Iridiomusic.com e speriamo che Waves Of Life possa davvero risvegliare le vostre emozioni e condurvi in un mondo di magiche sensazioni!
CIAO!!!

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