A quanto pare gli Iron Fire stanno vivendo una seconda giovinezza discografica. Dopo essere stati inattivi per cinque anni, nel 2006 pubblicano un discreto successore di On The Edge, intitolato Revenge e ora, a distanza di un anno con il nuovo Blade Of Triumph per l’etichetta Napalm Records.
Rispetto agli esordi il gruppo danese è riuscito a migliorare notevolmente in sede di scrittura dei brani e di esecuzione, nonostante l’unico supersiste sia il cantante Martin Steene. Il miglioramento maggiore l’ha avuto proprio quest’ultimo che da un cantato piuttosto infantile e a tratti fastidioso è ora riuscito a cantare in modo decisamente più professionale, anche se si nota che sta ancora cercando una suo cantato personale.
La musica di Steene e soci riflette di conseguenza la ricerca del cantante, tanto da risultare piuttosto eterogenea, a volte prettamente power, delle volte più heavy, a tratti sinfonici, a parti più grintose ed incisive se ne alternano altre che proprio si vorrebbe evitare di sentire data la scontatezza e banalità.
Nonostante ciò il lavoro nell’insieme non è male e si lascia apprezzare soprattutto in brani come l’iniziale Dragonheart, la battagliera Dawn Of Victory (forse uno dei pezzi di maggior interesse dell’album e su cui il combo dovrebbero puntare) e la rhapsodiana Lord Of The Labyrinth.
La produzione è decisamente buona e professionale, anche se penso che la dimensione ideale del gruppo sia quella live in cui può dimostrare di più il proprio valore.
Blade Of Triumph è un album che comunque, pur nella sua totale scarsità di originalità, è godibile e piacevole. Peccato solo che non riesca nel difficile intento di catturare l’ascoltatore se non in alcuni frangenti. Un album che scivola senza lasciare grosse tracce di sè.