“En Vivo!” è nuovo live show degli Iron Maiden tratto dal recente “Final Frontier World Tour”. Il punto forte di questo video è lo show tenuto il 10 aprile 2011 a Santiago, nello Estadio Nacional de Chile, davanti a 50mila fans estasiati!
IL PACKAGING
“En Vivo!” è uscito in diverse edizioni e formati, principalmente possiamo distinguere il blu-ray, il doppio DVD, il doppio CD e il doppio LP. L’edizione trattata in questa sede è la limited doppio DVD in confezione metallica chiamata “Steelbook deluxe edition” e, indicata come strettamente limitata. L’involucro esterno della confezione è appunto in metallo con l’artwork principale “cromato” sopra. Internamente, il case che ospita i DVD, è in plastica. È presente anche un booklet piuttosto basilare che contiene qualche foto della band, di Eddie, più i cretids e le date del world tour. Il primo DVD contiene l’intero concerto filmato a Santiago – Cile, mentre il secondo mostra il documentario “Behind The Beast”, più alcuni extra.
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IL VIDEO E L’AUDIO
Il menù del DVD principale è il più classico possibile: concerto dall’inizio, selezione delle canzoni e scelta delle impostazioni audio.
Come per il precedente “Death On The Road”, anche per questo “En Vivo!” i Maiden hanno optato per un montaggio decisamente dinamico, forse anche troppo… Le immagini infatti, durante l’esecuzione di brani d’impatto, si susseguono in un turbine quasi frenetico. Se da un lato questo mette in evidenza la dinamicità dello show, dall’altro l’utente che cerca di seguire il concerto rischia di rimanere senza fiato! Non a caso, prima che cominci il filmato, c’è anche un advertising per chi soffre di epilessia. Scelta quindi in parte discutibile che però non compromette la bontà dell’intero lavoro. Le immagini, riprese da 22 camere ad alta definizione, più una flying camera sul pubblico, sono davvero ottime, sia per le inquadrature che per i colori e le luci. Ogni singola camera fa appieno il suo dovere. Spesso lo schermo si divide in due o più parti per mostrare in simultanea diverse fasi dell’esibizione.
Dal punto di vista sonoro possiamo scegliere tra stereo PCM, audio 5.1 DTS e 5.1 dolby digital. Quale che sia la vostra scelta, dettata anche dall’impianto che avete a disposizione, il suono è davvero perfetto. Ogni singolo strumento e voce sono chiaramente distinguibili e ben bilanciati, così come il pubblico, mai invadente ma nemmeno “lontano” dalla performance.
LO STAGE
Il termine più appropriato per descrivere il palco è “enorme”, aggettivo che verrà utilizzato spesso per questo “En Vivo!”. Lo stage riprende il tema futuristico del disco “The Final Frontier” e vuole rappresentare una specie di astronave. Ai lati ci sono due torrette spaziali mentre il palco è delimitato da una sorta di transenna (forse l’ipotetico perimetro dell’astronave) che divide lo stage in due livelli, con al centro incastonata la batteria di Nicko McBrain. Sullo sfondo invece, un gigantesco spazio stellato si alterna ai drappi abnormi e alle immagini che riprendono le copertine o il tema delle singole canzoni. Più a lato, oltre il palco, due grossi monitor che proiettano le immagini dello show, probabilmente per permettere una migliore visione per il pubblico nelle retrovie. Il tutto supportato da una miriade di luci e fari, per un impatto visivo davvero impressionante.
LA PRESTAZIONE
Bruce Dickinson: non penso di affermare nulla di sbagliato o esagerato dicendo che tra i metal screamers della vecchia scuola (e mi verrebbe da dire, anche della nuova!), Bruce Dickinson sia quello invecchiato meglio. Anche in questo concerto il singer è artefice di un’ottima performance, anche se devo ammettere che l’ho trovato migliore in alcuni recenti bootleg della medesima tournée. In ogni caso Bruce se la cava egregiamente sia sui nuovi pezzi, dalle vocals piuttosto alte, che sui vecchi classici. Cala giusto un pelino nel finale, come prevedibile. Del resto è un uomo anche lui! Salta, canta, narra le storie dei brani, corre per tutto il palco e tiene sotto scacco il pubblico: un frontman eccezionale!
I tre chitarristi: da quando i Maiden sono in sei devo ammettere che delle volte mi fa ancora specie vedere tre chitarristi sul palco! Con le tre chitarre (a cui si aggiungono anche le tastiere di Michael Kenney) è praticamente impossibile avere un “buco”. Non voglio entrare in un’analisi puramente tecnica, non mi sembra davvero opportuno, posso solo dire che tra i tre sicuramente il mio preferito Adrian Smith. Col suo stile pulito e impeccabile è quello che personalmente mi esalta di più, oltre al fatto che è dotato di un gusto melodico fuori dal comune. Dave Murray e Janick Gers rappresentano sicuramente il lato più metal e selvaggio del sound della band. Si scatenano in improvvisazioni, spesso cambiando qualche assolo e mostrando uno stile probabilmente più spettacolare di quello di Smith. I tre assieme, si potrebbe dire che si completino a vicenda, creando un muro sonoro notevole.
Nicko McBrain: a vederlo non gli si darebbe un centesimo: vecchio, panzuto, con l’aria da sbevazzone! Eppure Nicko è unico dietro la batteria! Il simpatico drummer inglese, che in questo concerto suona scalzo (e si presenta sul palco in ciabatte!), è artefice della solita prestazione mostruosa. Dietro la sua enorme batteria, si destreggia alla grande riuscendo a raggiungere anche i piatti più lontani (come si scoprirà nel documentario “Behind The Beast”, la batteria di Nicko è montata a regola d’arte). Nonostante gli anni Nicko è in grado di offrire una prestazione potente e dinamica, non a caso è uno dei batteristi più stimati nel circuito hard rock e metal.
Steve Harris: c’è ancora qualche parola, qualche aggettivo, da spendere per quest’uomo!? È semplicemente un mito! Gli anni passano, i dischi e le tournée aumentano, ma lui è sempre lì, imperterrito, a cantare le sue canzoni, a suonare il suo basso a 200 all’ora, con lo stesso entusiasmo che potrebbe avere un ragazzino al suo primo concerto! Corre a destra e a sinistra col sorriso stampato in viso, a “spara” al pubblico col suo basso… Grazie Steve!!
EDDIE
Per chi è un minimo avvezzo agli show dei Maiden, sa benissimo che le comparsate della mitica mascotte Eddie the Head sono solitamente due. La prima avviene durante l’esecuzione di The Evil That Men Do: in questo tour troviamo l’Eddie-alieno presente sulla copertina dell’album “The Final Frontier” che se ne gironzola sul palco, dall’alto dei suoi 3 metri circa, andando al solito ad azzuffarsi con Janick Gers. Poi un roadie gli mette in mano una chitarra e lui suona l’assolo assieme ai chitarristi. L’altra uscita di Eddie, come da tradizione, avviene durante l’esecuzione di Iron Maiden: il gigantesco Eddie-alieno si erge da dietro la batteria, con le sue grandi mani che sembrano voler afferrare i musicisti sul palco. Credo che questo Eddie sia uno dei più grandi di sempre, davvero gigantesco! Un impatto notevole dal parterre.
LA SETLIST
Quando si tratta di promuovere un nuovo album, i Maiden non sono secondi a nessuno, soliti proporre molti pezzi nuovi. In questo caso abbiamo “solo” cinque brani tratti dall’ultimo “The Final Frontier”, probabilmente anche per il fatto che i pezzi in questione sono molto lunghi. Per questa tournée, Steve e soci decidono di rispolverare anche canzoni del più recente passato. Abbiamo quindi accanto ai consueti classici, brani più o meno recenti, come l’epica Dance Of Death o il trascinante singolo The Wicker Man. La lenta e maestosa Blood Brothers viene dedicata in primis ai Giapponesi, vittime delle calamità naturali (che hanno costretto i Maiden ad annullare le due date programmate nella Terra del Sol Levante), poi ai tutti i fans del mondo, diversi nelle culture ma uniti dalla passione per la Vergine di Ferro. Tra i nuovi brani spicca sicuramente l’epica The Talisman, storia di pellegrini in cerca di fortuna in nuove terre, o la lenta ed evocativa Coming Home. Tra i brani che più mi hanno deluso (e qui sono conscio di andare contro il parere di molti, Maiden compresi visto che ne tessono le lodi nel documentario “Behind The Beast”), la lunga When The Wild Wind Blows, pezzo a mio avviso troppo ripetitivo e inferiore ad altri brani di “The Final Frontier”, come ad esempio Starblind (mai proposto dal vivo). Tra i classici, molto gradito il ritorno di The Evil That Men Do e della storica Running Free, dal primo album.
IL PUBBLICO
Dopo aver visto concerti dei Maiden diverse volte dal vivo in Italia, e molte altre volte in bootleg registrati nelle più disparate parti del mondo, posso dire che, bene o male, i fans della Vergine sono tra i più calorosi in circolazione. Senza andare troppo lontano, basti ricordare il mitico concerto di supporto di “A Matter Of Life And Death” a Milano, in cui il pubblico si è cantato tutta la prima parte di Fear Of The Dark! La scelta di registrare in Cile, oltre che al calore tipico dei sudamericani, credo che sia anche dovuta alla massiccia affluenza di pubblico: si parla di oltre 50mila persone, numero abbastanza impressionante. Effettivamente il colpo d’occhio è notevole, e i cileni si confermano scatenati e assolutamente devoti al verbo maideniano, cantando praticamente ogni singolo brano. Considerato che il governo cileno aveva in passato impedito ai Maiden di suonare, questo DVD potrebbe essere visto anche come una sorta di ricompensa verso questi ragazzi che hanno dovuto aspettare diversi anni prima di vedere i loro beniamini dal vivo.
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BEHIND THE BEAST
Il piatto principale del secondo disco è questo documentario, della durata di circa un’ora e mezza. “Behind The Beast” mostra tutto quello che c’è dietro a un grosso tour di una band importante come gli Iron Maiden. In questo filmato prendono la parola un po’ tutte le persone che collaborano per la band, per la corretta preparazione dei concerti del tour: dal noto manager Rod Smallwood, al responsabile del palco, dall’ingegnere del suono Kevin Shirley, alla donna responsabile del catering…ogni singola persona che ha fatto in modo che il tour risultasse perfetto sotto ogni punto di vista. Ovviamente non mancano gli interventi dei membri stessi dei Maiden, specie Harris e Dickinson. Steve ci introduce i luoghi più esotici della tournée, e ci fa capire quanto spesso sia complicato organizzare un evento di questo tipo in paesi come l’Indonesia o Singapore; Bruce invece ci parla del suo amato aereo, il boing Ed Force One, usato per spostarsi da un Paese all’altro (che, per chi ancora non lo sapesse, è stato pilotato dal cantante stesso), di quali siano i pro e i contro nell’avere il proprio aereo personale per il tour. Adrian e Dave invece ci parlano della scelta dei brani della set-list. Il tutto scorre via in modo piacevole (per chi non è avvezzo con l’inglese, ci sono i sottotitoli in italiano) anche se c’è da dire che molti dei temi trattati nel documentario, sono già stati introdotti nei precedenti video “Flight 666” e “Death On The Road”. Tra un commento e l’altro, c’è anche lo stralcio di qualche esibizione dal vivo: vengono in particolare omaggiate le località più particolari ed esotiche, che non sempre hanno la fortuna di assistere ad eventi di questo tipo.
EXTRA
The Final Frontier (promo video – directror’s cut): il video-clip della title-track dell’album. Questo video è abbastanza tamarro e mostra le vicende di un pilota spaziale (sorta di Indiana Jones dello spazio) alle prese con Eddie-alieno. Il video è carino ma tutt’altro che memorabile. L’attore protagonista non è certo un fenomeno della recitazione (per fortuna alla fine Eddie lo ammazza!) e il filmatino si fa apprezzare più che altro per gli effetti in 3D. Divertente ma trascurabile.
Making Of Satellite 15…The Final Frontier: paradossalmente il making of del video è più interessante del video stesso! I ragazzi della Darkside Animation Films ci mostrano la genesi del clip di The Final Frontier e ci illustrano le tecniche utilizzate per le animazioni in 3D. Molto piacevole e interessante, specie per gli amanti della tecnologia e della computer graphics.
The Final Frontier World Tour Show Intro: dietro questo nome altisonante si cela di fatto il video di Satellite 15, intro del disco e della canzone “The Final Frontier”, utilizzato anche come introduzione ai concerti del relativo tour.
CONCLUISIONI
“En Vivo!” è sicuramente un prodotto di alto livello, il concerto, la qualità audio/video non si discutono, a parte forse qualche scelta nel montaggio delle immagini. Il primo disco ti fa vivere l’esperienza dal vivo in maniera ottimale, specie per chi non ha potuto assistere allo show di persona. Il secondo disco, a mio avviso, è leggermente inferiore: il documentario è ben fatto, esaustivo e piacevole…per chi non ha visto i due precedenti DVD della band! Purtroppo la maggior parte dei temi proposti erano già stati trattati dei precedenti home-video quindi, personalmente, avrei preferito qualcosa di nuovo o eventualmente altro materiale live (si intravedono stralci di concerti di altissima qualità). La parte dei cosiddetti extra è invece totalmente trascurabile.
“En Vivo!” rimane comunque un acquisto altamente consigliato per i fans della band, vista l’assoluta bontà del concerto, la scaletta comunque non usuale, e la spettacolarità di questa tournée. Il secondo disco va inteso come bonus e verrà apprezzato maggiormente da chi non ha mai visto i precedenti video. E non dimenticate: Iron Maiden’s gonna get ya…! and you…and you!