Fabio Lentola e’ il fondatore dell’Empire italiano (la sezione nazionale del fan club ufficiale dei Queensrÿche) nonche’ il fondatore degli Anarchÿ-x, formidabile cover band del gruppo in questione.
E’ inoltre un produttore che si sta facendo una certa nomea e che si “sbatte” davvero molto per l’underground. Conoscendo la disponibilita’ e la simpatia di Fabio abbiamo pensato di fare con lui una chiacchierata, spaziando su tanti argomenti (si e’ persino deciso di svolgere una rigorosa indagine tra ‘rÿche maniaci italiani per scoprire chi e’ l’assassino di Sister Mary !!!)… a voi il risultato della mia chiacchierata con lui !
Ciao Fabio! Partiamo subito con le domande… Come hai conosciuto i ‘rÿche ? E’ stato amore a prima vista ?
Direi proprio di sì! Un’autentica folgorazione!
A metà anni 80 un’emittente locale quando terminava le sue trasmissioni a mezzanotte si collegava con tv estere e un sabato sera mi accorsi che trasmetteva “music box” (prima tedesco, poi inglese); da quel momento cominciai a registrare le puntate. Una mattina mentre facevo colazione misi su la vhs appena registrata e sentii un arpeggio di chitarra splendido con una voce indescrivibile… era “Take hold of the flame”. Dopo un paio di puntate mandarono in onda il video di “Queen of the reich” e lì ci fu il definitivo colpo di grazia… I remember now, I remember how it started! Eheh.
Parlaci un po’ del rapporto tra te e i ryche…
Beh, mi auguro che ci si veda più spesso!!! Ahahah.
Lasciamo stare le battute (anche perché so bene che se fosse così mi marcheresti stretto come Gentile con Maradona ai mondiali di Spagna); cosa posso rispondere? E’ un tipo di legame molto profondo che va oltre il discorso musicale e quindi del semplice “fans”: trovo difficile spiegare a parole questa cosa. Ascoltando i loro brani provo delle emozioni molto intime che vanno a toccare certe componenti della mia personalità quindi si crea una “thin line” veramente particolare, un legame molto profondo. Probabilmente è un discorso legato alla mia sensibilità, che mi porta a capire e a sentire le emozioni che loro stessi hanno riversato nei loro brani.
Non è un caso che il mio album preferito sia Promised Land… in assoluto.
Quando ti e’ venuta voglia di fondare un Empire ?
Da qualche anno, cioè da quando, grazie ad internet, ho scoperto che esistevano queste diramazioni o “cellule” del fanclub ufficiale sparse per il mondo. Il problema era che per attivare un Empire era necessario che ci fossero almeno tre membri fondatori iscritti al fanclub ufficiale.
Che ne dici di raccontarci in breve la storia della nascita dell’Empire italiano ?
L’ Empire è stato creato quasi in concomitanza con Anarchÿ-x, il 6 marzo il The Italian Empire ha compiuto il primo anno di vita. È stata una cosa che ho proposto ai ragazzi della band e siccome Max e Fabio “Scott” avevano manifestato il desiderio di iscriversi al fanclub ne ho subito biecamente approfittato.
Come funziona l’ Empire?
Ti cito direttamente la frase riportata sul sito www.theitalianempire.tk:
“Perché è stata data la possibilità di creare gli empires visto che esiste un fanclub ufficiale? Per permettere ai fans di conoscersi, di condividere tutto ciò che è legato ai Queensrÿche come musica, emozioni, ed altro. Di conseguenza diventa fondamentale avere un punto di riferimento più “vicino” e magari più accessibile, senza necessariamente avere un legame col fanclub ufficiale”.
Cos’altro aggiungere? Un Empire non è a scopo di lucro quindi l’iscrizione all’Empire è gratuita e non vincola in alcun modo al fanclub ufficiale. L’Empire stesso infatti mantiene una sua indipendenza organizzativa, deve essere necessariamente riconosciuto dal “quartier generale” ma nulla più.
Per quel che riguarda il “The Italian Empire” alcune iniziative riguardano la pubblicazione on line di materiale audio inedito ricavato dal web, c’è la possibilità di richiedere due cd rom contenenti videoclip, interviste e materiale live; speriamo anche di riuscire ad organizzare un primo meeting tra i fans dei Queensrÿche… a Dicembre 2002 quello organizzato ad Atene dall’empire greco è giunto alla 4° edizione!
Inoltre sto cercando di colmare la grossa lacuna riguardo la scarsa visibilità in territorio nazionale di alcune recenti produzioni (in particolare mi riferisco ai dvd) ed alle conseguenti speculazioni da parte di negozi e mailorder italiani. Faccio un esempio purtroppo molto eloquente: recentemente è stato pubblicato il dvd “Building Empires”, un mailorder italiano lo vende a 25 € + spese di spedizione (sul sito fra l’altro non era specificato che il dvd in questione è “all region” cioè senza le limitazioni di zona); il fanclub ufficiale lo vende a 15 $ + 5 $ di spese di spedizione e sul sito francese di un famosissimo mailorder il prezzo è poco meno di 14 € a cui vanno sommati i circa 6 € di spese di spedizione.
Credo ci sia poco da aggiungere a riguardo… no? e ricevi tutto comodamente a casa ed in poco tempo, nel secondo caso tramite corriere.
A questo punto e’ ora che ci racconti un po’ la storia degli Anarchÿ-x…
Ci siamo formati nel gennaio 2002: io ho fatto un lungo periodo lontano dalla scena musicale e, quando ho deciso di tornare a “dire la mia”, fra i vari progetti che volevo realizzare uno riguardava la creazione di una cover band che proponesse canzoni di Queensrÿche e Fates Warning. Sapevo che c’erano dei ragazzi della zona di Mestre che suonavano in una Dream Theater tribute band e che nel loro show proponevano anche qualche brano dei ‘rÿche: li ho contattati a fine dicembre e Max mi disse che volevano organizzare una serata live dedicata solo ai Queensrÿche. Beh… perché limitare la cosa ad una sola serata? Ed eccoci qua!
Abbiamo voluto caratterizzare la nostra proposta ripresentando (con qualche modifica) il tour di Empire, quindi quello del 90/91: in sintesi abbiamo una prima parte in cui suoniamo le canzoni più famose con brani fino a Promised Land e nella seconda suoniamo tutto Operation: Mindcrime, con la nostra “Pamela Moore”, cioè Valeria nella parte di Sister Mary; utilizziamo delle basi preregistrate, alcune ricavate dal cd originale, altre invece sono state realizzate ex novo come per esempio la sezione corale di Suite Sister Mary.
Chiudiamo il concerto con tre bis e… non preoccupatevi se nell’ultima canzone vi sembra di sentire le sirene dell’autoambulanza: in realtà sono i tre acuti finali di Max in “Queen of the reich”!!! Eheheh.
Se ti va di parlarcene potresti farci dei brevi accenni al tuo studio di registrazione ed al lavoro che fai, alla tua visione della figura di produttore…
Non riuscirei a concepire la parola “vita” senza la musica! Mi piace suonare, ascoltare, andare a concerti… nella recensione del promo-cd che ti ho inviato ad Ottobre hai anche accennato al “morbo del collezionista”: purtroppo c’è anche questa componente e sto cercando di limitarla ai soli Queensrÿche perché se esagero poi so bene che si espande a macchia d’olio con pesanti ripercussioni soprattutto al portafoglio!!!
Battute a parte, come dicevo prima ho fatto un lungo periodo lontano dal mondo musicale: questo mio ritorno è coinciso anche con lo sviluppare un aspetto che mi vede molto coinvolto, cioè quello legato alle produzioni. Per questo ho creato un mio studio di registrazione; si basa su una nuova concezione, sicuramente diversa, di intendere la registrazione: infatti è uno studio mobile nel senso che non è il musicista che viene da me a registrare ma sono io che materialmente porto lo studio da lui grazie allo scarso ingombro della strumentazione.
Vedi, per ottenere una buona registrazione è sufficiente avere i mezzi che ti permettono di raggiungerla: prendi per esempio l’ultimo lavoro solista di Alex De Rosso: è stato registrato con strumentazione analoga se non uguale alla mia e il cd suona che è una meraviglia, sicuramente meglio di tante recenti produzioni blasonate. Paul Chain è da anni che ottiene risultati straordinari con la pura e semplice sperimentazione acustica utilizzando mezzi da cui sarebbe impensabile ricavare un certo risultato. La differenza in questi casi la fa semplicemente la loro enorme ed indiscutibile competenza.
Curare una produzione è un processo veramente stimolante e fantastico: è un percorso creativo che ti porta a “chiudere il cerchio”, cioè riuscire ad interpretare lo stile della band ed adattarne il sound in modo da far emergere il più possibile quello che la band vuole esprimere e soprattutto le sue potenzialità. Le ultime collaborazioni che ho avuto per esempio in ambito metal sono state molto gratificanti perché ho avuto modo di interagire completamente con i vari gruppi e questo per me è molto significativo ed importante.
Cosa ne pensi della situazione metal in Italia ?
Ci sono cose molto positive ed altre purtroppo negative. L’underground italiano è pieno di gruppi validi che meriterebbero maggior attenzione e visibilità. Purtroppo è veramente triste vedere che la carta stampata snobba questo fenomeno liquidando il discorso riservando alle band emergenti al massimo due paginette a numero. Così non va affatto bene. Invece trovo encomiabile il lavoro di alcune webzines che offrono spazi preziosi per queste band e soprattutto offrendo recensioni di alta qualità, cosa a mio avviso fondamentale. Ma non solo: recentemente sono stato intervistato da Stefano Bonelli di “Tempi Duri”, una trasmissione radiofonica di Roma e Stefano sta facendo un lavoro veramente eccezionale, oltre ad essere una persona molto gentile e disponibile. Stesso discorso vale per Mario Tiozzo ed il suo staff di “Materiale Resistente”, anche lui conduttore di una trasmissione radiofonica proprio a Padova.
Come gruppi, limitando il discorso al Veneto, per primi non posso non segnalare gli Hypnotheticall: una band straordinaria sotto tutti i punti di vista, in questi giorni stiamo lavorando sul secondo demo-cd (anche se io parlerei più di cd autoprodotto) che dovrebbe essere pronto tra pochi giorni. Altre realtà che trovo molto interessanti sono Somniae Status e Silent Scream, questo in un ambito classic/prog metal. Inoltre vedo un crescente interesse per la scena thrash metal anni ’80, band come Airhead, Mindwild, Warmonger non si limitano solo a suonarlo ma proprio lo “vivono” a pelle!
Purtroppo gli spazi per esprimersi sono molto carenti e questo spesso si ripercuote all’interno della band; ma non bisogna lasciarsi prendere dallo sconforto, il consiglio che posso dare è di credere sempre in quello che si fa e di essere determinati a superare gli ostacoli che si possono incontrare. E, soprattutto, la cosa più importante: saper sognare, basta anche poco…
So che è una frase fatta, scontata ed anche banale ma se qualcuno due anni e mezzo fa mi avesse detto che avrei dato vita ad una Queensrÿche tribute band o che avrei attivato il fanclub italiano dei Queensrÿche o che addirittura avrei conosciuto Geoff di persona… beh, non ci avrei assolutamente creduto!!!
Bene, direi che le domande sono finite… ora hai un po’ di spazio per concludere e salutare, grazie per la tua disponibilita’!
Per concludere ringrazio di cuore te e Heavy-Metal.it per avermi offerto la possibilità di fare questa piacevole chiacchierata e mando un carissimo saluto a tutti i lettori di H-M.it!
TAKE HOLD!
Ah, quando vuoi, sai che sono sempre disponibile ad affrontare in maniera scientifica, sugli standard di Agatha Christie, il mistero sulla morte di Sister Mary.