Un paio di anni fa avevo avuto l’occasione di poter recensire il demo di un gruppo nostrano proveniente da Roma, tali Ivory Moon. Il demo mostrava delle buone potenzialità del gruppo romano, ma difettava di una pessima registrazione che non me li aveva fatti apprezzare più di tanto.
I nostri giungono comunque all’esordio discografico per la neonata Battle Hymns Records e se da un lato il debutto ha avuto il supporto di una produzione discreta, dall’altro non riesce a centrare l’obiettivo di risaltare rispetto ai numerosi gruppi power sinfonici.
La musica del combo è troppo derivativa e poco originale, e la scelta del doppio cantato (maschile e femminile), sempre più di moda, non li aiuta a differenziarsi dagli altri. Il cantato di Cecilia è troppo ispirato a quello di Tarja dei Nightwish (il che vuol dire qualità), sarebbe preferibile un proprio stile, e quello di Gianluca si rifà troppo ai cantati “da acuto”, quando personalmente ritengo sia più adatto su toni medi (e la pronuncia inglese non è proprio delle migliori).
Ad ogni modo, le canzoni riesconi a farsi ascoltare con piacere, in particolare i vecchi brani recuperati dal demo che qui acquistano nuova linfa e suonano molto meglio. Le canzoni sono fortemente aggressive e veloci con buone orchestrazioni e delle deliziose cavalcate, ma per ora nulla di più che questo.
Gli Ivory Moon con questo “On The Edge Of Time” confermano l’ottima impressione dimostratami già con il demo, ma devono ancora lavorare su alcuni aspetti più compositivi che tecnici. Hanno molto da dire ma devono riuscire a dirlo meglio. Per essere un primo album ufficiale non ci si può minimamente lamentare. Tanti gruppi in passato hanno avuto un debutto non entusiasmante ma che in seguito, dopo aver appreso i segreti di una buona registrazione, si sono potuti dedicare alle composizioni esplodendo positivamente nei successivi lavori.
Forza Ivory Moon, le potenzialità ci sono e questo album lo dimostra.