‘A volte ritornano’ dice un adagio popolare che potremmo facilmente adattare a John Arch! Molti di voi probabilmente non ricorderanno nemmeno chi sia e infatti forse dovremmo ritornare indietro ben più di una decina d’anni, quando ancora i Fates Warning non avevano composto il disco della svolta (“No Exit” dell’88, che vede già alla voce il grandissimo Ray Alder) ed erano ancora dediti al classic metal..
I primi tre dischi della band di Matheos, infatti, vedono alla voce il protagonista di questo ep che, fra l’altro, era stato designato da Portnoy e soci come successore di Dominici all’interno dei Dream Theater del post “When Dream And Day Unite”. La storia poi andò diversamente in quanto Arch rifiutò (e forse ancora sta a rosicchiarsi il fegato visto il successo dei DT) e la band assunse La Brie.
Dopo queste pillole di passato, passiamo a parlare di questo “A Twist Of Fate”, cd del ritorno sulle scene di Arch, con una band a dir poco stellare e un’ottima produzione alle spalle. Non aspettatevi il metal progressive dei Dream Theater, dei Fates Warning o degli Shadow Gallery, perché “A Twist Of Fate” è un disco essenziale, duro, epico, e che si rifà più ai Watchtower che ai gruppi sopra citati..
Arch mantiene un’ottima voce, che mi ha ricordato in più punti (come intenzione) DC Cooper (attenzione! Non ho detto che canta come lui!) e può contare su un’estensione non indifferente anche se, secondo me, le fin troppo frequenti escursioni sui toni alti alla lunga diventano fastidiosette.
Parlando della band, ad essere sincero sono rimasto stupito per la seconda volta (la prima è stata con OSI) da Mike Portnoy che esegue lo stretto necessario limitando al minimo indispensabile gli overplay (tanto odiosi in 6DOIT) e da un Jim Matheos più thrashy ed essenziale che mai!
Il primo brano, “Relentless”, è il punto forte del mini cd, è ben composto (e, manco a dirlo, suonato molto bene!!) e possiede un bel ritornello.. Forse l’unico difetto è che si ripete troppo, alla lunga.. Dodici minuti di brano non è che siano così semplici da digerire in effetti.. Ma l’ascolto è davvero piacevole, forse perchè il sound è diretto e senza molti fronzoli.
Il secondo brano, “Cheyenne”, invece, si differenzia dal primo per la presenza di tastiere che rendono molto interessanti i primi 6/7 minuti ma, purtroppo, il brano scade un po’ nei successivi (anche qui la lunghezza di quindici minuti non gioca a suo favore) per riprendersi fortunatamente negli acustici minuti finali.
Tirando le somme “A Twist Of Fate” non è di certo un capolavoro o un must, ma è un disco gradevole che riporta sulle scene un bravo cantante e uno stile ben poco seguito al giorno d’oggi (d’altronde siamo nel 2003..). Quindi tutti i vecchi fans dei Fates Warning e di gruppi come Watchtower saranno ben felici di ascoltarlo mentre a tutti gli altri, abituati agli ultimi dischi di DT e FW consiglio di sentire prima i sample presenti in giro!