Quattro mostri sacri del rock si uniscono in un nuovo progetto, i Jughead. Non credo ci sia
bisogno di presentazioni particolari per Ty Tabor (King’s X), Derek Sherinian
(Alice Cooper, Dream Theater, Malmsteen),
Matt e Gregg Bissonette (The Mustard Seeds, Electric Light Orchestra, Joe Satriani), si sono
riuniti per formare un gruppo Pop Rock.
Ebbene si cari lettori proprio POP. L’album in se non è malaccio, ma manca di quell’entusiasmo
e di quella sincerità necessari per farlo apprezzare. Inoltre buona parte delle canzoni sono
risultate sufficientemente noiose.
Purtroppo ogni canzone è stata scritta imitando, un po’ troppo, spudoratamente gruppi che sono
finiti nelle top ten di tutto il mondo.
Infatti sono evidenti le influenze dei Beatles nelle prime cinque canzoni in cui in
“Halfway Home To Elvis” e in “Bullet Train” vengono iseriti
tipici riff e melodie alla Blink 182 mentre in “Snow In Tahiti” vengono inseriti i
riff tipici dei Nirvana.
“C’mon” è una canzone fortemente influenzata in particolare dagli Oasis, e quindi
aleggiano i Beatles per tutta la canzone. La sesta traccia
è un lentone sufficientemente canonico. Niente di sconvolgente ma abbastanza piacevole da sentire.
Da qui in poi l’album si fa a tratti più aggressivo in particolare in “Yesterday I Found Myself”,
“Be Like You” e “Flowers”. Le canzoni suonano più rock, a tratti Hard Rock.
Le melodie sono sempre semplici per cercare di rimanere in testa e far presa
nell’ascoltatore, ma purtroppo risultano decisamente noiose e l’unico effetto è
stato quello di passare alle canzoni successive.
Tutto l’album però scorre su questi livelli abbastanza mediocri comprese le ultime
due tracce “Shame On The Butterfly” e “Paging Willie Mays”.
Vorrei precisare una cosa. Nonostante la presenza di Sherinian di tastiere non c’è quasi traccia. In quest’album
si è praticamente dilettato a suonare la chitarra.
In conclusione questo progetto è del tutto trascurabile. Ci sono ben altri gruppi di Pop Rock più validi. Consiglio
quindi di puntare su questi tralasciando quest’album. Chi segue uno, o più, dei quattro musicisti coinvolti nel progetto
e vuole avere qualunque sua, o loro, uscita può prenderlo ma per tutti gli altri il consiglio è di evitarlo.