Nati ad Ozieri nel 1995, i Keen Haze riescono solo ora a produrre il secondo demo-cd promozionale della loro esistenza, martoriati a più riprese da avvicendamenti continui in sede di line-up. “Seeing The Afterlife” segna, dunque, una specie di rinascita per la band isolana, impegnata nella produzione di un metal prog dai risvolti piuttosto tecnici. Vuoi per l’interpretazione decisamente old style di Pedranghelu, vuoi per l’autoproduzione che limita la riuscita sonora del prodotto, i Keen Haze sembrano, in molti frangenti, ricordare le vecchie formazioni di speed thrash tecnico degli ’80, soprattutto negli aspetti più dinamici e veloci del loro operato. Dimostrano di saper suonare e, soprattutto, comporre dell’ottimo materiale musicale, poggiando gran parte della propria proposta sulla composizione di brani eclettici ed eterogenei, in grado di sorprendere l’ascoltatore con repentini ed inaspettati cambi di tempo ed atmosfera. A cavallo tra tradizione (“Rain Man”) e modernismo (“Seeing The Afterlife”), i Keen Haze riescono dunque a convincere su tutti i fronti, promuovendo nel migliore dei modi una propria candidatura alla firma di un deal discografico. Manca, ovviamente, un’attenzione maggiore nei confronti dei dettagli (cover artwork, layout) ed una produzione sonora finalmente professionale. Per il resto, la strada intrapresa è quella giusta…

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