Debutto discografico per questa band valtellinese formatasi nel lontano 2001 grazie a due ex membri del gruppo Thrash Metal morbegnese “In Human Form” Simone Bonetti (basso) e Mattia Berera (chitarra). Ciò che accomuna i due è la passione per il Metal di un certo livello. Quindi decidono di cercare degli elementi per coltivare la loro passione. Ai due si unisce il batterista Marco Presazzi, cui si aggiungono i due chitarristi Gabriel Gismondi e Paolo Agnelli. Per quadrare il cerchio il gruppo si mette alla ricerca di un cantante. Nel 2002 la formazione si completa con l’ingresso del cantante Davide Magatelli. Rimaneva solamente da scegliere il nome da dare al gruppo: fu scelto “Keeper Of Darkness”, un monicker che destasse l’idea di qualcosa di cupo e di non ben identificabile. Ed è proprio ciò che il gruppo vuole esprimere: la loro musica non è classificabile, essendo una miscela che va dall’Heavy Metal classico al Death Metal, senza però sconfinare in altri tipi di musica. Anche i Keeper Of Darkness hanno dovuto affrontare dei cambi di formazione, a volte anche drammatici: la prima rivoluzione avvenne nel 2003 con l’uscita del chitarrista Paolo Agnelli (dovuta alla decisione del gruppo di eliminare una terza chitarra) e del batterista Marco Presazzi per motivi di studio. Dopo lunghe ricerche ed un’alternanza di membri che si dimostrarono pressoché inaffidabili, la formazione dei Keeper trova una sua line-up stabile solamente nel 2004 con il ritorno del figliol prodigo Marco Presazzi. Così, animati dalla voglia di ricominciare, i quattro si chiudono in studio per dare finalmente alla luce il loro primo demo. Anche se è composto solamente da cinque tracce, questo demo trasuda energia da ogni singola nota. La voglia di rivincita e di dimostrare il loro valore emerge sin dalle prime note di “Subject Of Nothing”, in cui il gruppo dimostra di avere molta tecnica ed affiatamento. Ottima la sezione ritmica guidata alla perfezione dai titanici Bonetti e Presazzi, senza dimenticare i riff assassini tessuti da Berera. Completano il tutto le trascinanti liriche vocali di Magatelli. “The Kiss Of Rationality” ha un inizio quasi sabbathiano che cede poi il passo ad un ritmo sostenuto e trascinante che non concede nessuna pausa alle orecchie dell’incauto ascoltatore, se si escludono dei brevi momenti in cui il gruppo si concede qualche divagazione tecnica abbassando un po’ il ritmo indiavolato. Ed ecco giungere i pezzi più semplici e diretti di tutto il demo “When The Soul Cries” e ”Confession With Pain”, dei veri concentrati di potenza e violenza sonora che mettono in evidenza la parte più estrema del gruppo. Ed ecco che, come logica conclusione per un demo che definire perfetto è un puro eufemismo, arriva “A Friend Of Mine”, il primo pezzo composto dal gruppo che, con le sue atmosfere sincopate e quasi claustrofobiche che esplodono solamente nel finale, mette in evidenza la vena più melodica ed introspettiva del gruppo. Spero che gli amanti del Metal con la “M” maiuscola possano apprezzare il lavoro di questa band valtellinese che, a mio parere, è già pronta per il salto di qualità. Questo è un demo che consiglio praticamente a tutti, dal punkettone più sfegatato al Black Metaller più estremo ed intransigente. Sono sicurissimo che chiunque lo ascolterà non potrà non essere d’accordo con me. Per concludere posso solo dire una cosa: mi chiedo come diavolo possa essere possibile che gruppi come i Keeper Of Darkness, che hanno tutte le carte in regola per ritagliarsi un posto di tutto rispetto nel panorama Metal nazionale ed internazionale, non riescano ancora a trovare un’etichetta disposta a metterli sotto contratto.