Che Kiko Loureiro fosse un grande chitarrista lo si era già intuito ascoltando le sue eccellenti prove con gli Angra, band di cui è fondatore e compositore. Ma ci voleva una conferma più grossa, che non lasciasse dubbi, ed era arrivata proprio dai precedenti parti solisti del giovane axeman carioca, cioè quei “No Gravity” ed “Universo Inverso” che tanto avevano fatto godere gli amanti del solismo impazzito, ma votato sempre ad una ricerca melodica e della forma-canzone mai fine a sé stessa. Ed allora il terzo parto della band che porta il nome del suo mainman è un ulteriore passo avanti verso la sperimentazione già affrontata nei primi due lavori, la quale, oggi come allora, include metal, rock, progressive, jazz e flamenco in una commistione assolutamente priva di sbavature ed a tratti geniale. “Fullblast” è infatti un disco che, come già detto, piacerà agli amanti della sei corde, ma che apprezzeranno anche tutti quelli che magari non digeriscono lo shredding animalesco di velocisti quali Steve Vai o Michael Angelo Batio. Aggiungiamo poi che la formazione del disco prevede tale Felipe Andreoli (Angra) al basso e quel polpo di Mike Terrana (Malmsteen, Axel Rudi Pell, Tarja e tantissimi altri) alla batteria, quindi una garanzia di versatilità e tecnica messa a disposizione del chitarrista, ed avremo un album che rasenta la perfezione, per quanto irraggiungibile essa possa essere.
In sostanza la forza di Kiko è la versatilità, il miscelare ad arte all’interno di uno stesso pezzo umori tanto differenti da risultare quasi antitetici ed impossibili da accostare. Ma lui ci riesce ed i risultati parlano da soli perché “Fullblast” è un disco da adorare, da metter su quando si ha voglia di un’oretta di spensieratezza emozionante come poche. Un plauso, l’ennesimo, ad un compositore senza tanti eguali e che sa sviscerare la propria tecnica senza rendere noioso o banale ogni passaggio. A questo punto attendiamo fiduciosi nuovi sviluppi sul fronte Angra, visto che le energie profuse in questa uscita dovrebbero aver dato sfogo al lato più riflessivo del buon Kiko.