“Dopoguerra” è l’atteso secondo album dei Klimt 1918, gruppo che col precedente “Undressed Momento” aveva attirato non poca attenzione su di sè, attenzione che probabilmente è il motivo che ha portato al cambio di etichetta avvenuto qualche tempo fa (ora i ragazzi sono sotto la Prophecy e non più sotto la My Kingdom Music, una bella perdita per la label italiana!).
Al di là di questi “dettagli di cronaca” comunque va subito precisato che “Dopoguerra” è un gran bel disco di musica “emozionale”, anche se non è detto che tutti lo preferiranno al precedente. Con questa nuova fatica il gruppo si è infatti ulteriormente allontanato dal metal (al quale tutto sommato anche prima non era poi legatissimo) e si è avvicinato ancora di più alla wave ottantiana (nel disco sono evidentissimi diversi richiami ai primi U2 ed ai Police, per esempio), col risultato che forse qualcuno storcerà un po’ il naso (anche se “Lomo” probabilmente placherà un po’ la fame di chi avrebbe desiderato sonorità più dure). Non storco io il naso però, questo è certo (anche se a volte le influenze si sentono un pochino troppo, come nel caso di “They were wed by the sea”, il cui attacco sembra uscito direttamente da qualche vecchio lavoro degli U2, o di “Because of you, tonight”, che durante il suo svolgersi richiama diverse volte i Police… tra l’altro è per questa sensazione di forte “richiamo ad altre band” che non ho assegnato un voto superiore all’8 a questo disco)! Non mi sono infatti per nulla dispiaciute le malinconiche e delicate atmosfere che popolano i solchi di questo cd (e in questo i Klimt 1918 sono molto riconoscibili), atmosfere che seguono la direzione di “Snow of ’85”, il pezzo che era stato rilasciato qualche tempo fa come preview e che personalmente avevo apprezzato molto. Se avete sentito ed amato questa canzone è perciò molto probabile che sarete affascinati anche voi dalla già citata “They were wed by the sea”, dalla title track, da “La tregua” e da “Because of you, tonight”, ma in ogni caso anche “Lomo” e “Sleepwalk in Rome” difficilmente vi lasceranno indifferenti (questi sono i pezzi che insieme a “Snow of ’85” ho apprezzato di più, e come noterete si tratta di quasi tutto l’album!). Che poi comunque anche “Rachel” e “Nightdriver”, seppur mi abbiano convinto di meno, non sono dei brutti pezzi. Devo scrivere ancora qualcos’altro per convincervi della bontà di questo riuscito lavoro di rock malinconico? Sappiate allora che anche la produzione è perfetta e che penso che se dietro ai Klimt ci fosse una qualche major probabilmente la band potrebbe “fare il botto”.
Conclusione: i Klimt 1918 sono un gruppo italiano valido ed autore di due dischi non perfetti ma belli e diversi tra loro (seppur il “marchio di fabbrica” sia sempre riconoscibile), se vi piacciono le atmosfere un po’ malinconiche ma calde dovreste provare “Dopoguerra”, ho la sensazione che sarà una delle uscite da ricordare di quest’anno…