Dopo l’ultima scorpacciata di folk metal fatta al Fosch Fest del 2012, ecco presentarsi una nuova ed imperdibile occasione per rifarsi le orecchie! I Korpiklaani, accompagnati dai Metsatoll, in quel di Settimo Torinese, a due passi da casa… Obbligatorio presenziare!!
Giungiamo a destinazione nel tardo pomeriggio, e ci prepariamo per l’intervista con qualche membro della band finlandese protagonista della serata, che scopriamo solo in quel momento essere Jarkko Aaltonen, bassista per l’appunto. Ma non mi dilungo troppo su questo argomento, per il quale vi rimando alla sezione “INTERVISTE” del nostro sito.
Sono le ore 20.00 ed il palco è invaso da una sorta di vento proveniente da est… I Metsatoll, 4 vichingoni di origine estone, prendono posto e tengono banco per un’ora circa di live. Coinvolgono il pubblico e lo scaldano al punto giusto, attraverso i loro brani suonati con maestria da tutti i membri della band: Markus “Rabapagan” Teeäär, voce e chitarra, KuriRaivo, basso e voce, Atso, percussioni e voce ed ultimo, ma non per questo tale… anzi… Lauri “Varulven” Õunapuu, che si contraddistingue per la sua voce calda, passionale e persuasiva, che accompagna il susseguirsi di innumerevoli strumenti musicali della tradizione quali la cornamusa estone (torupill), flauti e kannel. Un polistrumentista a tutti gli effetti.
Il pubblico è pronto, cotto a puntino (in tutti i sensi dato che la temperatura all’interno del locale iniziava a salire a dismisura, facendo concorrenza alle saune delle terme di Pré Saint Didier…) e concesso giusto il tempo per il “cambio palco”, i Korpiklaani, freschi di live tutto italiano la sera prima a Reggio Emilia, salutano i presenti e li travolgono con il loro sound folkeggiante. Sono davvero folkloristici sul palco, a partire dal frontman Jonne Jarvela, coi suoi lunghi lunghissimi dreads biondi, che conquista il pubblico grazie alle sue indiscusse doti canore, messe in evidenza da una serie di vocalizzi “a cappella” che attirano su di sè tutte le attenzioni … Non c’era metallaro, in quella sala, che non lo ascoltasse, durante queste performance, in silenzio. E chi tace acconsente.
Matti “Matson” Johansson si nasconde dietro le pelli, con in primo piano la grancassa con il simbolo della band impresso rosso su bianco. Si nasconde ma si fa sentire. Si conferma un grande artista anche quando a fine concerto vengono chiamati sul palco alcuni fan che “giocano” con lui nel dettare il ritmo delle battute.
Il bassista Jarkko Aaltonen, con un mezzo sorriso stampato in faccia, prende posto, con disinvoltura, a piedi nudi, sulla destra del palco, opposto al guitarman Kalle “Cane” Savijarvi. Un carico di energia, quest’ultimo, senza eguali. Protagonista assoluto quando sul palco spunta una presunta bottiglia di vodka… Tant’è che un ragazzo tra il pubblico lo provoca simpaticamente affermando: “Ehi man I don’t trust you, I think it’s water, not vodka!”… quale miglior metodo per guadagnarsi una copiosa golata di vera vodka!!
L’ultimo arrivato nella cricca finlandese è il violinista Tuomas Rounakari, elegante e impeccabile nel suono come nell’abbigliamento: una bianca tunica medievale che si distingue tra tutti.
Juho Kauppinen e la sua fisarmonica fanno il loro dovere.. Silenziosi, in un angolo, per tutto il concerto. Forse l’unico membro del gruppo che tende a passare inosservato, perchè non si vuol far vedere.
Naturalmente la setlist scelta per la serata spazia tra brani appartenenti all’ultimo album della band, Manala, e brani di vecchia data, alcuni eseguiti in lingua originale, altri nella english version. In particolare, in lingua rigorosamente finnica:
- Tuonelan Tuvilla
- Ruumiinmultaa
- Juodaan Viina
- Metsamies
- Midsummer Night
- Kipumylly
- Sumussa Hamaran Aamun
- Vaarinpolkka
- Viima
- Lonkkaluut
- Uni
- Vodka
- Leva’s Polka
- Tequila
- Beer Beer
- Rauta
E così, sono trascorse circa due ore… I nostri sei eroi ringraziano il pubblico italiano, si godono i meritatissimi applausi e spariscono dalle scene. Fa caldo, molto caldo… ma ne è valsa la pena. I Korpiklaani sono animali da palcoscenico, impossibile stare fermi, impossibile non ballare, impossibile non fare un brindisi con loro al ritmo di Vodka Vodka… il tutto nella speranza che, col tempo, la musica folk metal, in Italia, si diffonda sempre più.