Gli amanti dell’heavy metal anni ottanta non possono assolutamente farsi sfuggire un disco come “Street Ready” degli americani Leatherwolf. La band in oggetto, proveniente da L.A., ha raggiunto un incredibile successo proprio durante gli eighties regalando ai propri fan tre dischi di metal classico, con riferimenti allo speed più veloce e melodico. “Street Ready”, datato 1989, è proprio l’ultimo disco della band che riprenderà l’attività solo dieci anni dopo con “Wide Open” disco live che vede la luce solo in territorio americano. La band è ancora adesso in circolazione, nonostante alcuni cambi di line up negli ultimi mesi che hanno visto alternarsi al microfono prima Jeff Martin (Racer X) e ultimamente Wade Black (Crimson Glory, Seven Witches) al posto dell’incredibile ugola di Michael Olivieri. Ascoltando “Street Ready” si torna indietro nel tempo, quando l’heavy metal non era ancora contaminato dalle tastiere e da tutte quelle maledette sonorità crossover e nu-metal che caratterizzano tante produzioni moderne. Capelli lunghissimi e cotonati, pantaloni attillati e stracciati e tanta voglia di suonare metal classico, quello più puro e genuino che nei giorni nostri è davvero difficile trovare in qualunque disco. Pezzi ultra veloci e melodici si alternano a parti cadenzate e massicce, Geoff Gayer e Carey Howe, chitarristi della band, regalano riff esaltanti e soli al fulmicotone davvero tecnici ed interessanti, mentre Michael Olivieri, vocalist del gruppo americano, è protagonista indiscusso di tutto l’album, più tirato e sporco nella parti aggressive dei pezzi, raggiunge tonalità altissime solo quando ce n’è bisogno facendomi esaltare come un ragazzino. Pezzi come l’opener “WicKed Ways” caratterizzata da un continuo intervallarsi tra sonorità metal e momenti più melodici vede nella sua parte centrale una stupenda battaglia in fase solista delle due chitarre della band, mentre la title track ricorda l’hard rock stradaiolo degli Skid Row, tra riff dirompenti e cori tipicamente eighties che accompagnano la voce di Olivieri durante il ritornello. Ottima ancora la lenta “Hideaway”, dove Howe e Gayer sono ancora protagonisti indiscussi del pezzo, mentre “Take A Chance” sfocia nello speed più veloce e trascinante per poi lasciare spazio alla breve “Black Night” pezzo completamente strumentale che tra continui cambi di tempo, soli eccezionali, stacchi e accelerazioni varie si dimostra molto pericoloso se ascoltato durante la guida in macchina. E così via fino alla fine del disco. Non c’è un attimo di tregua in “Street Ready”: per tutta la durata del cd Gayer e Howe esalteranno l’ascoltatore con un continuo alternarsi di ritmiche heavy metal classiche ed incredibili battaglie in fase solista unite alla prestazione vocale di un Michael Olivieri assolutamente trascinante in grado di catturare nel pugno della sua mano l’attenzione dell’ascoltatore e di non mollarlo più fino alla fine del cd.
Purtroppo queste sonorità al giorno d’oggi non esistono più, ormai è impossibile trovare una band in grado di scrivere un disco come “Street ready”. D’altronde non ci troviamo più negli eighties, il modo di vivere, di concepire e suonare musica è totalmente cambiato. Personalmente continuo ad ascoltare tanti dischi di metal classico degli anni ottanta e novanta e li trovo molto più belli ed avvincenti di tante produzioni moderne nonostante la registrazione a volte davvero scadente. Il mio consiglio dunque, rivolto soprattutto alle nuove leve, è quello di iniziare ad ascoltare questa musica partendo proprio dal passato, quando ancora esisteva l’heavy metal nel vero senso della parola, incontaminato da qualunque tipo di sonorità moderna. Tanto per cominciare potreste proprio iniziare procurandovi i Leatherwolf, non ve ne pentirete.