Sfortuna o mancanza di talento? Da sempre si è dibattuto sulla mai avvenuta esplosione commerciale di un gruppo come i Life of Agony, che le carte in regola le aveva tutte, per diventare una delle tante sensazioni multimiliardarie del grunge.
Metà anni ’90, Brooklyn, immersi nello spleen più puro, tra storie di droga, violenza suburbana, morti annunciate, viaggi della mente, riflessioni su quanto sia difficile vivere. A Seattle succedeva più o meno la stessa cosa.
Perché allora il gruppo di Keith Caputo non ha mai spiccato il volo nell’empireo del rock-alternativo? Del resto la loro proposta non era tanto dissimile da un gruppo come gli Alice in Chains: un heavy fortemente ancorato al cupo chitarrismo di Tony Iommi, lambito da un substrato di hardcore e drammaturgia. Forse i Life of Agony non hanno mai scritto una “Down in a Hole” o una “Would?”, ma ascoltare questo live a 6 anni dallo scioglimento della band è una questione privata, destinata ad essere compresa a fondo solo da quel circolo di adolescenti che ha passato giornate intere ad amare dischi come “River Runs Red” o “Ugly”. E se il tanto discusso “Soul Searching Sun” lasciava presagire che quella magia, quel senso di vuoto interiore e melanconia che riuscivano a infondere i pezzi di Caputo e soci era affogata in un “fiume di sangue” (la band difatti si scioglieva poco meno di due anni dopo, non senza rancori e nevrosi assortite), difficilmente qualcuno avrebbe predetto una reunion.
Sarà che vanno di moda in questo periodo scene di vecchi compagni di sbronze e concerti che si riabbracciano e sfornano dischi dalla qualità altalenante, quando nella maggior parte dei casi non hanno più nulla da dire e un affitto salato da pagare. Ma difficilmente potrei pensare che i Life of Agony siano qui “per i soldi” (considerato il fatto che per adesso di nuovi dischi in vista non se n’è ancora parlato). Non chiedetemi perché, è una sensazione, una sorta di cieca fiducia che solo gli amici sanno infondere…
Ah, Dimenticavo.. dovrei parlare di questo doppio live.. beh, che dire, c’è ogni piccola perla dei LOA (inutile e imbarazzante fare un track by track in questo caso) eseguita in maniera splendida, con tutta la band in forma ed un pubblico estremamente caloroso. Difficile chiedere di più ad un disco dal vivo.
Se volete farvi un’idea generale di questo grande gruppo “River Runs Again” è l’occasione migliore. Garantisco che poi vi verrà voglia di cercare anche i dischi in studio ed i progetti solisti dei vari membri della band. Scommettiamo?