La Grau Records si conferma una label di grande spessore, ancora a segno con questi Longing For Dawn dopo gli ottimi album di Keen Of The Crow e Mael Mordha.
La band di Frederic Arbour (già proprietario dell’etichetta indipendente Cyclic Law ed attivo a livello musicale con i Visions e gli Instincts) concepisce dunque il successore del grandissimo “One Lonely Path”, uno dei migliori capitoli del settore funeral doom.
Per quanto concerne questo “A Treacherous Ascension” non si può certo dire che il trend qualitativo proposto dai nostri sia in una fase di decadenza, il loro sound è ancora apertamente incentrato sui rigidi dettami del doom più lento e macchinoso (tempi funerei, growl cavernoso, atmosfere plumbee…) ma l’attenzione ed il talento dei nostri sono sempre ben presenti, quasi a voler attestare una netta linea di demarcazione tra loro ed il resto del movimento. La proposta dei Longing For Dawn vive comunque di luce propria, forte di una componente atmosferica davvero particolare se contestualizzata all’interno del settore funeral. Arbour e soci, difatti, infarciscono il proprio disco di una serie sterminata di digressioni di stampo dark/ambient, contribuendo così ad “alleggerire” (le virgolette, in un genere come questo, sono d’obbligo…) l’intera fruizione di “A Treacherous Ascension”.
Quattro tracce per una durata complessiva che sfiora i cinquanta minuti di musica, in questo modo si presenta uno dei migliori lavori del settore di questo primo scorcio ’07. Il disperato arrancare dell’ottima “Discidium” ed il vorticoso baratro sonoro generato dalla conclusiva “Once Supreme” la dicono lunga sulle qualità di una band che, a questo punto, ha giù all’attivo due piccoli capolavori di genere. “One Lonely Path”, per nostra fortuna, non è stato solo una meteora…